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Nei dintorni antichi del Mediterraneo

Che il mondo degli antichi fosse limitato al Mediterraneo (Mare Internum, Mare Nostrum), è un’idea creata dagli antichi stessi, e in particolare dalla superbia degli Elleni e dall’ideologia imperiale romana. Nel carme 11, Catullo indica quello che possiamo definire la mentalità geopolitica del mondo grecoromano: “…gli estremi Indiani, gli Ircani, gli Arabi molli, i Sagi, i Parti arcieri, la Valle del Nilo, le Alpi, il Reno, i Britanni ai confini dell’ecumene”.  Ma gli stessi antichi ci hanno tramandato, spesso incidentalmente, le loro effettive conoscenze dei “dintorni” del mare, e anche di luoghi molto più lontani.

Nei poemi omerici troviamo già gli Etiopi (Facce bruciate, Neri), distinti in Orientali e Africani; di loro i miti dicono che vivono centoventi anni, e ricevono frequentemente a banchetto gli dei. Corrispondono ai Nubiani e Abissini; e alle popolazioni dravidiche dell’India Meridionale. Gli Egiziani ebbero rapporti con la Nubia, e fu etiopica la XXV dinastia. Cambise, figlio di Ciro, conquistato l’Egitto, inviò contro gli Etiopi una spedizione che subì una sorte tragica nel deserto, dove i soldati dovettero ricorrere al cannibalismo.

L’armata perduta di Cambise (Illustrazione di Francesco Bongiorni)

Cornelio Gallo, amico personale di Ottaviano e Virgilio, governatore dell’Egitto, si spinse “dove mai erano giunti gli eserciti romani o i re egiziani” e fino all’Etiopia propriamente detta, ottenendo una sorta di sottomissione di quel re a Roma. Il cartaginese Annone compì il periplo dell’Africa; lo accenna Erodoto; e il re Giuba di Mauritania scrisse su Annone un saggio, purtroppo perduto.  I Cartaginesi commerciavano, con una curiosa forma di baratto senza parole, fino all’attuale Camerun. Erano conosciuti i Pigmei, ma ammantati di leggenda, e si attribuivano loro delle annuali guerre con le gru!

La spedizione di Annone
La spedizione di Annone in un dipinto romano

Elio Gallo giunse, con dubbia fortuna, fino all’Arabia Felix, l’attuale Yemen. Orazio, certo con eccessivo entusiasmo, parla di un vassallaggio di Indiani a Roma. È noto che furono intensi i commerci con l’India per l’acquisto di prodotti di lusso, e – stando a Plinio – con bilancia commerciale passiva per l’Occidente. È stato scoperto un tempio indiano dedicato alla dea “Rama”, che così generosamente elargiva oro!

Arabia ed Egitto nell’antichità

Dai tempi di Augusto a quelli di Marco Aurelio giunsero nell’Urbe ambascerie dei Seres, il popolo della seta, i Cinesi. Una terra detta Serica, una Sina, l’isola di Taprobane (Ceylon, Sri Lanka) e un Chersoneso che richiama l’Indocina sono ricordati da Tolomeo. Precisa conoscenza dell’attuale Iran ebbero i Greci attraverso le conquiste di Alessandro Magno. Regni di religione buddista e cultura ellenica ebbero vita nel cuore dell’India.

Una mappa del XV secolo basata sulla Geografia di Tolomeo

Nelle immense pianure dal Danubio al Caspio vivevano, secondo i Greci, gli Sciti, con cui la cultura ellenica ebbe un rapporto ambiguo: ora erano ritenuti barbari, ora portatori di una profonda saggezza. Il filosofo scita Anacarsi, vissuto tra i Greci tre decenni, tornò a raccontare così: “Tutti gli Elleni coltivano ogni sorta di arti e scienze, tranne gli Spartani; ma solo a Sparta ho potuto tenere con qualcuno un discorso sensato”.  I Sagi o Saci e gli Ircani, quelli cui accenna Catullo, sono tribù bellicose di stirpe iranica, degli attuali Afghanistan e Asia Centrale.  Le coste del Ponto Eussino (Mar Nero) e la Crimea, prima care ai miti, furono annesse all’Impero Romano.

Ritratto del filosofo Anacarsi in un’incisione italiana del XVIII secolo

I Greci parlavano delle Isole Fortunate, forse le Canarie; e Cassiteridi, le isole dello stagno, forse le Britanniche, con cui commerciavano; e che si narra siano state raggiunte da Pitea di Marsiglia.  Per primo Giulio Cesare, da propretore in Spagna, portò navi romane nell’Atlantico. Da allora la flotta supportò validamente le operazioni militari, e consentì gli sbarchi in Britannia; e, nei decenni successivi, iniziò a controllare il Mare del Nord. Narra Tacito che una squadra romana, circumnavigandola, stabilì definitivamente che la Britannia era un’isola; sottomise le Orcadi; e scorse da lontano Thule, che potrebbe essere persino l’Islanda.  Si sfiora qui un argomento delicato: se mai navi mediterranee – fenicie, cartaginesi, greche, romane – possano aver raggiunto le Americhe; e Giovanni Lorenzo d’Anania, il geografo di Taverna (CZ) del XVI secolo attesta il ritrovamento, in Florida, della tomba di un legionario con monete dell’epoca di Tiberio. Sostiene in un documentato volume il giornalista e scrittore Elio Cadelo che i viaggi transatlantici delle flotte romane non furono né rari né casuali.

I Greci non prestarono molta attenzione all’Europa Continentale, anche se Erodoto accenna a diverse popolazioni dai sorprendenti nomi di Umbri e Marsi. E si continuò a credere che nascesse nel Veneto l’ambra, che invece vi perveniva, di mano in mano, dal Baltico.  Cesare penetra in Germania, e ne descrive una parte; legioni romane giunsero, con alterna fortuna, fino all’Elba; Tacito dedica a quella terra un’opera di tale titolo, esaltando i rudi e onesti costumi di quei popoli, ben diversi dalle “mode” romane.  I Geti dell’attuale Romania sono in buoni rapporti con Roma; Ovidio, esiliato a Tomi, ne apprese la lingua, e in questa compose versi.  Più interni, i Sarmati dell’attuale Ucraina o Russia. Le tribù slave erano di là da venire.

I Sarmati nel loro territorio originario

I dintorni del Mediterraneo non erano dunque sconosciuti; mediterranea rimase però la mentalità, almeno fino ai secoli XV e XVI, quando la visione degli Europei ricevette un quasi improvviso allargamento.  Ne fu effetto la presa di coscienza delle dimensioni del globo, che, misurate con precisione da Eratostene, nel Medioevo venivano ritenute però molto minori del reale; e Colombo, il quale pur sapeva che in settanta giorni sarebbe giunto in una terra, pensava fosse l’Asia: ma questa dista dalle Americhe l’immensità dell’Oceano Pacifico.

di Ulderico Nisticò – storico