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Toscana. Enoturismo tra le cantine disegnate da archistar  

caiarossa cantine toscana

La Toscana, terra di capolavori d’arte ed enogastronomici, ha saputo affiancare all’agricoltura, grazie ad imprenditori illuminati e visionari, la forza di un’architettura capace di superare le mode e lo scorrere del tempo. Lasciandosi ispirare da Toscana Wine Architecture, un circuito di 14 cantine di eccellenza e di design, firmate dai grandi maestri dell’architettura contemporanea, veri e propri templi del vino progettati da nomi come Mario Botta, Renzo Piano e Tobia Scarpa, è possibile vivere la vendemmia, avvicinarsi o approfondire il mondo del vino in un modo a dir poco unico ed esperienziale.

Rocca di Frassinello
Rocca di Frassinello

Da sud a nord della Toscana, eccone alcune da non perdere.

Rocca di Frassinello – Nel cuore della Maremma toscana l’arte del saper fare il vino si fonde con quello dell’architettura. Avvolti dal silenzio dei vigneti, dei boschi, dal profumo di salsedine che porta il mare poco distante da qui, ci si può svegliare spalancando una delle porte verdi delle quattro suites Foresteria di Rocca di Frassinello su questo scenario naturale dalla grande forza emozionale. Natura ed uomo, funzionalità e bellezza, innovazione della tradizione e rispetto del passato, sono parole che qui sembrano trasformarsi in una coppia inscindibile di danzatori, grazie alla firma del grande architetto Renzo Piano. Un’opera di architettura dalla lettura pressoché immediata dal punto di vista dei materiali e dei colori: verde come gli oltre 500 ettari di vegetazione che circonda Rocca di Frassinello, rosso mattone come la terra, grigio come l’acciaio e il cemento, elementi esterni nati dalla mano dell’uomo.

Rocca di Frassinello

Rocca di Frassinello

Essere qui, nel bel mezzo della vendemmia, accentua la sensazione di sacralità del luogo. Il grande piazzale non è solo una terrazza sul paesaggio, o un “tappeto volante” come definito dallo stesso architetto, ma è anche luogo del processo di produzione del vino, dove tramite delle botole che si aprono al bisogno, le uve raccolte a mano vengono diraspate con gentilezza, gli acini schiacciati con delicatezza e per caduta inviati nei tini di affinamento sottostanti. Inizia così un processo che ha rivoluzionato il modello di produzione che tiene conto dell’eleganza ma anche dell’efficienza energetica e della massima funzionalità, come deve essere per uno stabilimento produttivo; e che si concluderà in un calice di vino: dal più fresco giovane come il vermentino al più importante come il Baffo Nero, prodotto in tiratura limitata.

Rocca di Frassinello

Nel cuore della terra, tuttavia, è custodita la gemma più preziosa: la barriccaia. A 50 metri sotto terra, più di 2000 barriques riposano con i loro preziosi vini, in un ambiente pensato come un anfiteatro a pianta quadrata all’interno del quale, in occasioni speciali, si tengono eventi e concerti. Qualche passo più in là il piccolo museo con reperti etruschi, completano l’esperienza.

Rocca di Frassinello reperti etruschi

Fattoria Le Mortelle – Se si dovesse racchiudere in un concetto questa cantina sarebbe l’eleganza della mimesi. Proprio come nell’estetica aristotelica, anche qui l’opera dell’artista, in questo caso l’architetto, diventa simile all’operare della natura. Silhouette di aironi, pesci e altri animali fanno da guida lungo la strada all’interno della Fattoria Le Mortelle, che con i suoi 270 ettari di cui 170 coltivati a vigneto, si adagia tra dolci alture della Maremma toscana. Di proprietà della famiglia del marchese Antinori, con questa cantina dal 1999 si è data luce ad un angolo di Toscana meno conosciuto.

Le Mortelle

Le Mortelle

Questo progetto di architettura, firmato dallo Studio Hydea, si basa sul principio del basso impatto ambientale e visivo. Giungendo qui la cantina non è visibile, lasciando il pensiero sconcertato, mentre gli occhi sembrano quasi innescare una caccia al tesoro. Tuttavia il wow factor è dietro l’angolo. Basta varcare una porta per trovarsi davanti all’opera di architettura contemporanea: una scala elicoidale e un processo di lavorazione che fa della verticalità il suo punto di forza. Tutto avviene per caduta, ottimizzando le risorse energetiche fino nella barriccaia, dove l’affinamento del vino nelle barriques sfrutta la termoregolazione delle rocce presenti in profondità nel suolo. La barriccaia circolare con le barrique disposte a cerchio, la sala degustazione e le 12 aperture vista roccia,  e la sala degustazione con la grande vetrata che si apre sulle colline e sui vigneti sono forse  gli ambienti più suggestivi che rendono unica la cantina de Le Mortelle. Il profumo della vinificazione in corso, l’affaccio sul paesaggio dalla sala degustazione, il tour in esterno fino al laghetto dove le nane (anatre in toscano) sguazzano, per giungere nella parte retrostante della cantina, che è l’unica parte in esterna di questo incredibile progetto, fa comprendere il grande lavoro architettonico fatto. Una cantina che non si asseconda al paesaggio, ma si inserisce dentro, in una parte della collina. Fermarsi poi a degustare i tre vini più rappresentativi è un ottimo modo per concludere una visita da queste parti.

Caiarossa – Un paio di occhiali giganti tra i vigneti accolgono il visitatore in questa cantina. Percorrendo le strade bianche della Val di Cecina, tra le indicazioni di borghi sconosciuti, il paesaggio si apre su una distesa di vigneti carichi di grappoli d’uva che portano a Caiarossa. Una giovane cantina che rappresenta un angolo d’Italia dove la storica rivalità nel mondo del vino con i cugini francesi viene superata, mettendo in campo il meglio di entrambi i saperi.

Caiarossa

Caiarossa

Caiarossa è un’azienda vitivinicola che con i suoi 70 ettari, di cui la metà destinati alla coltivazione, segue i principi dell’agricoltura biodinamica e biologica dal 1998 ed è l’unica cantina italiana ispirata ai principi del Fengh Shui. Composta da 3 poderi e 16 tipologie di vitigni, questa cantina basa la produzione di vino su una concezione olistica dell’universo, con l’obiettivo di creare un rapporto di armonia fra natura, uomo e l’universo che lo accoglie. Un profondo legame con l’ambiente che porta ad abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici e ad accudire meticolosamente i vigneti e che raggiunge la sua massima espressione nella barriccaia. Il colore rosso rappresenta già la prima particolarità, creando un legame con la terra; l’apertura al centro della stanza collega direttamente al terreno attraverso delle sonde che servono per scaricare i campi elettromagnetici ed elettrostatici. L’areazione naturale è garantita da un sistema di aperture collegate con l’esterno e con il bosco adiacente alla cantina. Un mondo che ha preso forma nel 1998, ma che nel 2004 con l’ingresso di Eric Albada Jelgersma, si rafforza grazie all’esperienza ultradecennale con le tenute nella regione di Bordeaux. Oggi Caiarossa, tiene viva la memoria con gli iconici occhiali da vista, giganti, di colui che ha reso tangibile l’impossibile.

Caiarossa

Salcheto – Oggetti misteriosi sul paesaggio toscano caratterizzano l’ultima tappa di questo viaggio di scoperta del legame tra vino e architettura. Siamo a Montepulciano nella cantina Salcheto di Michele Mannelli. Una cantina dove il vino e l’architettura non sono altro che la forma concreta di una filosofia di vita che sa coniugare poesia, sostenibilità sociale, efficienza ambiente e innovazione tecnologica. Parole che tradotte significano creare una cantina energeticamente autonoma,  vigneti e vini biologici, autoproduzione dei concimi grazie al compostaggio. depurazione e riciclo al 100% dell’acqua, piano welfare per i dipendenti. Azioni e buone pratiche che in 10 anni hanno evitato 2 milioni di chili di gas serra, grazie ai cilindri che punteggiano il piazzale antistante all’ingresso della cantina e che di fatto sono dei tunnel solari che catturano la luce esterna per canalizzarla negli ambienti di lavoro della cantina. Un modo non solo per essere ad impatto zero, ma anche per lavorare in connessione con le stagioni. Una cantina di grande visione che Michele Mannelli continua a portare avanti, facendo dell’ospitalità un modo di vivere trasparente e cordiale che si ritrova nei vini, nel cibo e nel piccolo albergo di campagna attiguo.

Salcheto

Salcheto

di Barbara Perrone – fotografie di Davide Tiezzi