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Yellowstone: natura alla massima potenza

Il parco nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti era il mio sogno nel cassetto, une delle destinazioni da sempre fantasticate perché sapevo che il luogo “dell’orso Yoghi” sarebbe stata pura meraviglia, puro stupore; quella meraviglia e quello stupore che avrebbero saputo esaltare al massimo la mia profonda passione per tutto ciò che è natura, paesaggio, panorami immensi. Ma sapevo anche che Yellowstone sarebbe stato il mio viaggio fai-da-te più difficile da organizzare, e così è stato, in effetti: Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e primo parco nazionale al mondo ad essere istituito, nel 1872, Yellowstone copre una superficie grande quanto la Corsica, e si estende su tre Stati diversi: Wyoming, Montana e Idaho. Si tratta della più grande riserva naturale di tutti gli Stati Uniti, quindi, non proprio un semplice parco da visitare. Oltretutto ci troviamo a nord ovest degli Usa, in una zona meno interessata dal turismo di massa rispetto ad altre, quindi, meno comoda da raggiungere. Per questo la mia idea fu quella di inserire una visita di quattro giorni a Yellowstone all’interno di un tour più ampio del Wyoming, del Montana e del South Dakota, la cosddetta “Real America”, il selvaggio west. Ma questa è un’altra storia.

Per poter vedere quanto più possibile di questo “microcosmo” fatto di 300 geyser, diverse sorgenti termali, canyon, cascate, foreste di conifere che “contrastano” con gli innumerevoli paesaggi lunari delle fumarole,  laghi, nonché una fauna ricchissima che si incontra facilmente anche solo guidando sulla strada principale, occorre organizzare ogni spostamento al meglio e con precisione, ottimizzando i tempi al secondo. L’ideale sarebbe poter dormire all’interno del parco, in una delle pochissime ma suggestive sistemazioni presenti, sebbene sia difficoltoso trovare un posto libero nonostante il costo proibitivo; per cui molti decidono di dormire all’esterno, soprattutto a West Yellowstone nel Montana, che si trova subito all’ingresso del parco: al mattino si compra qualcosa per il pranzo (all’interno le strutture dove acquistare cibo sono pochissime se non inesistenti), si parte per ritrovarsi subito dentro la riserva. Il problema sorge nel tardo pomeriggio quando tutti rientrano alla base e la fila di auto che s’incontra rovina un po’ la poesia della giornata appena trascorsa alla scoperta di questo luogo quasi unico al mondo. Invece di stare in fila, noi abbiamo sempre preferito fermarci, scendere dall’auto e distendersi in relax su uno degli immensi ed innumerevoli prati che si incrociano rientrando a West Yellowstone; sono prati verdissimi, attraversati da ruscelli allegri dove puoi scorgere alci e caprioli che girovagano liberi.

Yellowstone si trova sopra un’enorme caldera di vulcano dormiente, anche se in molti dicono che sarebbe più appropriato definirla un insieme di tante caldere ravvicinate, e questo è ciò che conferisce il suo aspetto caratteristico. L’impressione che si ha visitandolo è che qui il cuore della terra si affacci in superfice regalando panorami incredibili che non si trovano in altre zone del mondo: fumarole, sorgenti di acqua calda dai colori più incredibili, terrazze pietrificate, laghi di fango ribollente. Tutta la zona ad ovest e a sud ovest della grand loop road, la strada principale che disegna un otto all’interno della riserva e ne segue tutto il perimetro, è ricca di questi spettacolari fenomeni unici ed imperdibili.  Ma la loop road conduce anche attraverso foreste senza fine, prati verdissimi, cascate, canyon ed uno dei laghi più estesi di tutto il nord America;  non è nemmeno difficile imbattersi in lupi, orsi, cervi, bisonti, mentre la stai percorrendo.

Di Yellowstone si può solo fare un racconto di bellezza straordinaria: le parole non basterebbero mai per descrivere le sue innumerevoli meraviglie; ma quello che resta di una visita in questi luoghi non è solo la sensazione dello stupore ma soprattutto la percezione di non averlo visitato a fondo a motivo della sua vastità. Per questo il desiderio di tornarci ti prende già appena lo lasci per altre destinazioni. Un desiderio che ti accompagna e si mescola ad un senso di velata nostalgia.

Testo e fotografie di Laura Mancini