Vai al contenuto

Mare Blues

Il panorama che la cosiddetta gente di mare ha la fortuna di poter osservare ogni giorno non è semplice paesaggio, ma vero e proprio stato d’animo.

Lo sanno bene gli artisti, scrittori, musicisti, pittori, illustratori, fotografi che da secoli lo raccontano attraverso parole, suoni e immagini restituendo a chi legge, ascolta o osserva, suggestioni universali, sensazioni e sentimenti riconoscibili perché comuni a tutti gli esseri umani. Basti pensare a un racconto come “Il Vecchio e il mare” di Hemingway, alla xilografia de “La grande onda di Kanagawa” di Hokusai, una delle immagini più conosciute al mondo, o al dipinto che ufficialmente diede inizio al movimento impressionista “Impressione, levar del sole” di Monet o ancora agli innumerevoli brani musicali che hanno come protagonista “questo grande fratello blu”; e per restare in ambito fotografico, le fotografie al mare in tutte le stagioni di Luigi Ghirri.

“Mare Blues” è stato il mio primo progetto fotografico, avviato nel gennaio del 2017 e in realtà mai concluso perché una sorta di onda al contrario mi spinge a tornare ripetutamente sulle spiagge che conosco così bene per osservarle e fotografarle ancora e ancora e riscoprire sempre qualcosa di nuovo e inatteso.

Eppure solo fino a qualche tempo prima ero convinta che per realizzare qualcosa di fotograficamente interessante sarei dovuta andare in posti nuovi, cercare nuovi stimoli, viaggiare. In realtà avevo solo bisogno di osservare il mio mondo con occhi diversi, cambiare prospettiva per scoprire che un paesaggio come quello che avevo costantemente sotto gli occhi era molto di più che un semplice soggetto da cartolina, monotono, ripetitivo, già esplorato.

Il mare d’inverno, nelle ore calme del primo pomeriggio illuminate dalla luce tenue del tramonto, lontano dai clamori estivi è stato per me specchio attraverso il quale interrogare pensieri ed emozioni. Solitudine, malinconia, silenzio, tranquillità, attesa… negli scatti risultati da questa sorta di viaggio dell’anima ognuno potrà leggervi qualcosa di diverso. Per me, abituata a focalizzare l’attenzione sulle persone, prevale una sensazione di assenza, sebbene sia solo un’assenza apparente perché in realtà la presenza umana è ovunque.

Il mare d’inverno più che un film in bianco e nero visto alla TV (come dice la famosa canzone) è un insieme di colori, linee, geometrie, luci e ombre. È assenza e presenza al tempo stesso. È il ricordo dell’estate trascorsa e l’attesa di quella che verrà. È un tempo sospeso come quello che, prima o poi, capita di vivere almeno una volta nella vita. È una sedia vuota che ha già accolto qualcuno ed è pronta a farlo di nuovo prima o poi…

Testo e fotografie di Luna Loiero

Autore