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Parola, spazio, tempo e verità. Sulle vie della critica d’arte con Teodolinda Coltellaro

Teodolinda Coltellaro è un affermato critico d’arte di fama nazionale che ha ormai da tempo consolidato una sua precisa  identità  analitica nel contemporaneo, affinando uno stile che la rende  riconoscibile e alla base del quale ci sono profondità e vastità di studio, come si può apprezzare dalla lettura della sua recente  pubblicazione, che ne  è una magistrale sintesi: Sulle vie della critica d’arte. Compendio di un cammino nello spessore interpretativo della parola. 

In questo testo l’autrice ci conduce per mano lungo un percorso d’indagine tra parola e immagine alla ricerca di quel “luogo fertile” dove ogni volta ricreare nuovi sensi e significati e in cui la parola allo stesso tempo evoca e manifesta, con la forza del suo spessore comunicativo, rivela sempre nuovi frammenti  di realtà.

Il reale è sempre al suo posto, stampa digitale su PVC, 2017, 50×70 cm

Il libro  si apre con un saggio sul concetto di spazio, da quello psicologico a quello della rappresentazione, “luogo di conflittualità concettuale”. Poi declina “il cammino che la verità compie nel suo disvelarsi” nei diversi campi  della conoscenza, dall’arte alla letteratura, alla filosofia, alla filosofia del linguaggio, alla psicanalisi e, in una sottile e metodica analisi, ne propone anche la consistenza del  suo cammino parallelo in cui albergano l’errore, l’ambiguo, l’ingannevole.  L’arte indaga la verità  è un enunciato di Cézanne, “volutamente ambiguo”, è l’occasione per la Coltellaro per articolare un inanellarsi di ipotesi, attraverso uno straordinario uso degli strumenti interpretativi della parola. Ma  l’arte, come  luogo dell’ambiguo, che  fa dubitare e mette in scacco le nostre facoltà percettive, di decodifica e ci fa esplorare dimensioni in cui nulla è certo, nulla è ciò che sembra, l’autrice ce la propone attraverso un godibile saggio sulla famosa espressione di Magritte  Ceci n’est pas une pipe. D’altra parte, però, l’ambiguità, che si può esprimere in arte con immagini accompagnate da espressioni che le contraddicono, come fa Magritte, provocando continui fraintendimenti, cortocircuiti cognitivi e percettivi, è sempre in dialettica con il disvelamento della verità, quella stessa di cui Cézanne scrive.

Esto no es una pipa – Magritte como pretexto. Palimpsesto mural – Opera pittorica di José Luis Simon

La questione può  spostarsi sull’asse del linguaggio, come avviene con il saggio  Nell’universo degli errori: l’uno e il suo molteplice, attraverso l’analisi di quelle ambiguità o di quegli errori che si verificano allorquando, nella decodifica e nella lettura di un messaggio in cui interagiscono la componente visiva e linguistica, possono avere luogo, generando “incidenti comunicativi”, equivoci di senso e significato che deviano dalla possibilità di una corretta comprensione.  In questo caso, l’autrice, giunge, attraverso ipotesi mirabilmente confutate, a dare  risoluzione attendibile ad un  particolare errore linguistico rilevato e a definire una nuova e assolutamente originale figura retorica. C’è un filo conduttore sotteso a questa dialettica continua tra inganno, errore e verità, tra dubbio e certezza, che si sviluppa in temi e riflessioni sul segno, sul linguaggio, sull’inconscio attraverso autori come Lacan, Foucault, De Saussure, Jakobson, ma anche Kafka, con le sue narrazioni oniriche, Deleuze, Guattari e le loro “macchine desideranti”, aprendo a dimensioni del pensiero che allargano in direzioni sempre diverse le possibilità d’analisi.

Multiverso, Fotografia digitale, 2020, 40×54 cm

Il tutto è retto da una concezione della parola che si manifesta nell’uso che ne fa l’autrice, per cui essa non è semplicemente e puramente illustratrice di concetti o veicolo di taluni significati, ma costituisce quasi un elemento stilistico in grado di produrre il senso, aprendo a una possibilità estetica autoriflessiva in cui è possibile riconoscere il senso stesso come letteralmente incarnato. In un ulteriore saggio, la Coltellaro  si sofferma sull’importanza del tempo come  fattore fondamentale d’indagine nel processo artistico; esso appare, in tutta la forza del suo fluire, nelle successive densissime pagine del libro introducendo a quella dimensione d’esperienza in cui l’uomo (l’artista)  ne “coglie  i richiami essenziali” in una sorta di “gioco” di cui esso è  maestro, come la stessa  scrive. E “l’esistere stesso dell’artista quanto dell’opera” sono sottoposti al divenire del tempo, alle sue  regole ineludibili  proponendosi  come immanenza mai raggiunta e sfuggendo al pensiero che tenta, invano,  di fissarne un’improbabile origine. L’autrice ci restituisce, quindi, a più livelli e in più ambiti, la percezione del suo continuo scavo nello  “spessore interpretativo della parola” attraverso cui si colgono i rimandi concettuali alla fenomenologia di  Husserl, alla sua idea di tempo e verità,  così come alla dimensione estetica e filosofica di Heidegger, di cui richiama il das Zwischen, quella “soglia”, quella linea mediana cui si è sempre vicini e che separa “il non più” dal “non ancora” e  per cui  ogni  soglia è   per lei una  nuova  tappa del suo cammino d’indagine .

Uno o più rossi non danneggiano il rosso, fotografia digitale, 2015, 50×70 cm

Nel suo indagare l’arte contemporanea, offre ipotesi investigative e sintesi risolutive, alle sue curiosità, alle sue necessità conoscitive, magari transitorie, ma fondamentali per condurci su quelle “vie della critica d’arte” che lei percorre ed esplora, che si snodano, si intrecciano e individuano territori “frammentati e instabili” tra i tanti possibili da attraversare e in cui  mette alla prova le sue capacità interpretative. In questo, Teodolinda Coltellaro mostra piena consapevolezza dell’urgenza intellettuale dei suoi elementi di riflessione, che  spaziano nelle molteplici dimensioni dell’essere e dell’esperienza. Essi costituiscono l’immancabile presupposto per ogni opportuna considerazione sull’arte contemporanea, sulle sue dinamiche evolutive, di cui raccoglie la sfida  interpretativa, mostrandone piena padronanza conoscitiva e declinando una fittissima e coltissima tessitura discorsiva di cui ella sembra, al pari del suo “Maestro del gioco”, tenere abilmente le fila.

Teodolinda Coltellaro

di Teresa Gaetano – storica dell’arte e maestra iconografa

Opere fotografiche di Maurizio Cesarini

Autore

  • Laureata all’Università degli Studi della Calabria in Diagnostica per i Beni Culturali e in Storia dell’Arte Calabrese e successiva tesi magistrale incentrata sulla Storia dell’Arte Medievale del Sud Italia. Si occupa del patrimonio culturale conducendo visite guidate, collaborando con associazioni culturali territoriali, scrivendo saggi e facendo conferenze in particolare di argomento medievista locale e iconografico. Nel 2013 ha tenuto una conferenza a Mosca presso la Libreria dello Spirito, d...

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