Nella sua incessante e illuminata opera di collezionismo in tutto il mondo, Giuseppe Panza cercò nell’arte contemporanea, possibili risposte al senso stesso della vita. E infatti, quando varchi la soglia di Villa Panza a Varese, entri nella poesia, nella spiritualità, tocchi con mano sublime bellezza ovunque… l’unica vera strada che potrebbe salvare il mondo, se uomini e donne avessimo tutti a cuore la stessa visione.
Villa Panza, ha origini che risalgono al Settecento, quando il marchese Paolo Antonio Menafoglio individuò sulla sommità del colle di Biumo, a Varese, il luogo ideale per la sua casa di campagna. Il suo impianto architettonico a forma di “U” è imperniato su un porticato a tre archi sopra il quale insiste un camminamento panoramico: il tutto cinge il cortile e collega i due bracci della villa, come a voler abbracciare il visitatore. Ampliata grazie ai successivi interventi di Luigi Canonica a inizio Ottocento e Piero Portaluppi negli anni Trenta del secolo scorso, la dimora assunse una nuova destinazione quando il conte Giuseppe Panza di Biumo, dagli anni Cinquanta, iniziò a creare una collezione d’arte del XX secolo, divenuta nel tempo nota in tutto il mondo. Così il sito offre una collezione permanente, con opere straordinarie che hanno dato vita a “un luogo che rappresenta il cuore della cultura europea e al tempo stesso l’unione tra l’Europa e l’America nella sua più piena espressione” (Wim Wenders).
di Caterina Misuraca – giornalista
Immagine in copertina: Villa Panza di Biumo_Foto di arenaimmagini.it,2013 © FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano