La mostra sul grande artista Edward Burtynsky è aperta sino al 12 gennaio 2025 all’M9 – Museo del ’900, l’unico in Italia interamente dedicato alla storia del Novecento. “Extraction/Abstraction” rappresenta la più ampia esposizione mai realizzata sugli oltre quarant’anni di carriera di Burtynsky, uno dei fotografi contemporanei più affermati al mondo: le sue fotografie sono presenti nelle collezioni di oltre ottanta tra i più importanti musei ed è presente per la prima volta in Italia dopo il fortunato debutto alla Saatchi Gallery di Londra.
La mostra è curata da Marc Mayer, già direttore della National Gallery of Canada e del Musée d’Art Contemporain di Montreal, con l’allestimento di Alvisi Kirimoto. Si compone di sei sezioni tematiche che illustrano tutti i principali campi di azione di Burtynsky. Ad un primo impatto le oltre ottanta fotografie di grande formato e i dieci enormi murales ad altissima definizione – il fotografo utilizza alcuni dei principali strumenti fotografici che lo hanno reso celebre inclusi quei droni che gli hanno permesso di allargare ulteriormente l’obiettivo delle sue fotocamere – si potrebbero pensare come campiture di colori astratti.
Opere concettuali, materiche che ci riportano idealmente ai sacchi, le plastiche, le combustioni di Alberto Burri ma in realtà sono fotografie di un’approfondita esplorazione delle “incursioni industriali su larga scala nel pianeta” e dell’impatto dell’azione umana sugli ecosistemi terrestri, temi cari all’artista.
Burtynsky invita gli spettatori a guardare oltre quei luoghi fotografati, oltre la nostra esperienza e le nostre aspettative, per capire davvero l’impatto dell’uomo sul futuro degli habitat terrestri: «Extraction/Abstraction rappresenta non solo un momento importante della mia carriera ultraquarantennale, ma anche un’occasione di dialogo sulla nostra eredità ambientale globale. Dopo la prima tappa a Londra, l’impegno di M9 – Museo del ’900 nell’esplorare le questioni contemporanee attraverso esperienze innovative fornisce lo sfondo ideale per esaltare il mio lavoro. Con la sua attenzione alle odierne sfide sociali, è un luogo perfetto per accogliere le mie opere».
Alle sue opere si aggiungono ulteriori elementi, integrati negli spazi di M9, frutto di un dialogo concettuale tra la mostra e la narrazione del Museo sulle trasformazioni sociali, economiche e politiche del Novecento. Ha commentato Serena Bertolucci, Direttrice di M9 – Museo del ’900: «La missione di M9 è invitare i visitatori a porsi nuovi interrogativi sulle sfide e le urgenze dei nostri tempi: attraverso le magnifiche testimonianze di Burtynsky, vogliamo porre un nuovo sguardo sull’eredità dell’età industriale sul pianeta, indagando il rapporto tra uomo e natura».
Per sottolineare queste sfide, nove fotografie testimoniano gli effetti della Xylella sugli olivi pugliesi, campagna fotografica del 2022 commissionata al fotografo dalla Fondazione Sylva. Un disastro ambientale che evidenzia gli effetti del cambiamento climatico anche sul nostro Paese. Il suo pluripremiato documentario del 2018 Anthropocene – terza opera frutto della sua collaborazione con i registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier – viene proiettato nell’Auditorium “Cesare De Michelis”, all’interno di un programma di incontri e proiezioni sui grandi temi dell’Antropocene, della transizione energetica e della sostenibilità ambientale. Inoltre nella nuova sala “M9 Orizzonti” viene presentato, per la prima volta in Italia, il cortometraggio In the Wake of Progress realizzato nel 2022 e coprodotto da Burtynsky assieme al celebre produttore musicale Bob Ezrin e con le musiche originali del compianto Phil Strong.
Da evidenziare che il momento più significativo della programmazione autunnale è il ritorno di Edward Burtynsky in M9, giovedì 14 novembre, per una conversazione con Giovanna Calvenzi, grande storica della fotografia.
Immagine in copertina: Fotografia di M9-Giorgia Rorato
di Laura Malaterra