Un proverbio africano recita: “L’oasi è fatta per il corpo, il deserto per l’anima”. Parole che sintetizzano mirabilmente l’essenza di un luogo che da sempre ha il potere di sedurre con le sue evocazioni magnifiche, seppur contrastanti. Anche Antoine de Saint-Exupery ha ben illustrato i rimandi che il deserto ci propone: “Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio”. Sicché è proprio il silenzio a rappresentare più frequentemente l’immagine e la condizione che questi luoghi ci restituiscono. Luoghi fatti di sabbia e vento. E di luce. Suggestioni che noi tutti possiamo intercettare grazie alla letteratura, alle fotografie o alle storie che ci hanno raccontato; ma quando il deserto viene vissuto in prima persona, allora la percezione sarà piena e reale, e tanta bellezza verrà colta in tutta la sua purezza. Giancarlo Salvador, per molti anni nomade in Sahara e residente vagabondo in Africa Occidentale – come lui stesso scrive e si descrive –, il deserto lo conosce per davvero. A lui abbiamo affidato la copertina di questo nuovo numero di Globus, e suoi sono gli scatti sulle dune, figlie del vento. Una carrellata di immagini emozionanti da cui trasuda la sua immensa e genuina passione per questi elementi naturali che confluiscono in un connubio perfetto tra la sensualità della sabbia, la poetica del vento e la magia della luce. Una magia che fa dire: “il deserto è più bello che altrove”.