Nel 2024 l’Associazione Net Politics ha pubblicato il Manifesto per l’uso responsabile dei dati, dieci punti per creare una cultura della comunicazione in grado di costruire un ambiente in cui i dati siano un motore di conoscenza e progresso, senza compromettere i diritti fondamentali dei cittadini. La sua stesura deriva dalla necessità di ribadire un vecchio adagio del giornalismo: un’affermazione non è credibile e fondata se non si basa su dati certi e ottenuti da fonti attendibili. In questo il Calendario Atlante De Agostini è antesignano dell’etica dell’informazione e sin dal 1904 registra i cambiamenti in atto in tutto il mondo, ogni anno: una fonte di informazioni geopolitiche, statistiche ed economiche che testimoniano i mutamenti di un mondo in continua evoluzione, analizzando innumerevoli informazioni ottenute da organizzazioni mondiali e nazionali certificate per la loro terzietà e sicurezza. Quest’anno, con la nuova edizione 2024, il Calendario Atlante festeggia i suoi centovent’anni di vita, centovent’anni di storia mondiale registrati attraverso il modificarsi di confini, nomi, numero di Stati, indicatori socio-economici.
L’idea iniziale del Calendario Atlante era quella di un calendarietto o almanacco illustrato, e non poteva venire altro che nell’ambito dell’Istituto Geografico De Agostini che si occupava della realizzazione di carte geografiche di elevatissimo valore contenutistico, avendo nel DNA delle redazioni la ricerca scientifica dell’informazione statistica e geografica che veniva trasformata in tavole cartografiche. Ma tale non rimase, perché i lettori lo richiesero non per segnare annotazioni nei giorni dell’anno, ma piuttosto per conoscere il mondo che cambiava, tanto da diventare nel tempo un vero e proprio fenomeno editoriale, sempre più presente nelle case degli italiani e strumento indispensabile di documentazione se anche Mario Rigoni Stern, in partenza da Aosta con il suo battaglione per la guerra di Russia, si premurò di portarlo con sé – come leggiamo a pagina 68 del suo libro L’ultima partita a carte (Einaudi, 2002) – acquistando per il viaggio alcuni libri tra cui la Divina Commedia, l’Orlando Furioso, Italia mia di Giovanni Papini, Il Bel Paese di Antonio Stoppani e, appunto, l’edizione aggiornata del 1942 del Calendario Atlante De Agostini.
Ideato da Giovanni De Agostini, disegnato e redatto da Achille Dardano, il primo Calendario del 1904 aveva una foliazione di sessantaquattro pagine e riportava dodici cartine geografiche e una tavola con le bandiere dei principali Stati, che allora erano in totale sessantuno rispetto ai centonovantatré di oggi, mentre Napoli era la città più popolosa d’Italia, prima di Milano e Roma. Nel 1908 le pagine arrivano a novanta e nel 1910 viene introdotto un indice che richiama tutti i nomi geografici contenuti nelle tavole: si crea una tradizione, riuscendo, secondo gli auspici dell’ideatore, a contenere “in minuscola mole quel tanto di geografia e di statistica che può di frequente occorrere ad ogni persona colta”.
Testo di Roberto Besana – Fotografie per gentile concessione ©De Agostini Editore