Amo il deserto. Vivo nel deserto, bellezza pura; assoluto senza mezzi termini: o tutto o niente, o gioia o dolore, o vita o morte. Chi ci prova è perduto. Perché il deserto è un amante insaziabile che ruba l’anima e succhia il cervello.
Amo i silenzi assordanti, l’isolata solitudine, l’introspezione, la simbiosi armonica con una natura totalizzante, immensamente potente in cui naufragare. Un mondo a parte frequentato da presenze leggere, evanescenti nel calore sfocato, o ingombranti, opprimenti, sotto una cappa di luce abbacinante: le dune, presenze ineluttabili, tangibili. Figlie del vento, scolpite dalla luce.
Amo le dune. Vivo tra le dune. A volte abbracciano tenere e protettive, a volte respingono infide e crudeli. Perché duna è femmina, carnale, coinvolgente e travolgente, oltremodo affascinante. Amore e odio. Di tutte mi sono innamorato, in tutte mi sono perso. Presenze ineffabili, testimoni silenziose della mia vita.
Dune è il racconto di tutto questo, l’incarnazione del connubio perfetto tra la sensualità della sabbia, la poetica del vento, e la magia della luce. Emozione pura. Il vento accarezza con arte la sabbia, materia immobile eppur mobile, estremamente duttile, che si lascia docilmente modellare in forme cangianti. La luce dà vita ed energia ai volumi, dipingendo linee pure, sinuose, morbide e taglienti, creando contrasti, profili vellutati ed inaspettati grafismi.
Testo e fotografie di Giancarlo Salvador