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Napoli: Il Cimitero delle Fontanelle

Cimitero delle Fontanelle

Nel grande quartiere Sanità di Napoli sorge un sito davvero singolare: è il Cimitero delle Fontanelle, cosiddetto perché un tempo sgorgava acqua sorgiva. Anticamente era una cava di tufo, la pietra di costruzione usata per Napoli e dintorni. La cava venne abbandonata intorno al 1600. Nel 1656 scoppiò un’epidemia di peste che sterminò gran parte della popolazione partenopea. Ogni giorno più di mille persone perdevano la vita. Si rese pertanto necessario reperire in fretta un luogo in cui seppellire i cadaveri infetti. A qualcuno venne in mente la vecchia cava abbandonata che sorgeva nei pressi dell’attuale Basilica di San Gennaro, all’epoca adibita a sanatorio dove venivano ricoverati gli appestati. Ogni giorno i defunti venivano caricati sui carri e trasportati alla cava, quindi venivano gettati nella grande fossa comune per proteggere la popolazione che non si era ancora ammalata.

Cimitero delle Fontanelle

Le famiglie avrebbero voluto dare degna sepoltura ai propri cari, ma gli amministratori dovevano necessariamente limitare i contagi. I carri carichi di corpi passavano per le vie della città protetti dai gendarmi e li conducevano in un luogo segreto, la vecchia cava abbandonata. All’epidemia di peste seguirono altre epidemie e ancora una volta si fece ricorso alla vecchia cava. Lo stesso accadde quando Murat decise di esiliare i morti dalle “terresante”, motivando questa decisione come necessaria misura igienica. Vi era infatti l’usanza, tra le famiglie nobiliari, di far seppellire i propri defunti nelle cripte delle chiese. In realtà i francesi volevano appropriarsi indisturbati dei tesori custoditi nelle basiliche di Napoli e disfarsi dei nobili che gravitavano intorno ad esse.

Cimitero delle Fontanelle

Si calcola che a causa delle molteplici sepolture il Cimitero delle Fontanelle ospitasse circa otto milioni di defunti.  Verso la fine dell’800, il comune affidò al canonico Gaetano Barbati il compito di dare dignità ai cadaveri senza nome del Cimitero delle Fontanelle. Il canonico, con l’aiuto di alcune pie donne, recuperò circa quarantamila teschi e una gran quantità di ossa lunghe: femori, tibie e omeri. I resti umani vennero disposti ordinatamente ai lati e contro le pareti della grande cava. Fu un’opera pietosa, ma il sant’uomo non avrebbe mai potuto immaginare ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Quando la cava assunse l’aspetto di un cimitero un po’ macabro con le migliaia di ossa impilate con precisione geometrica, tra la gente del luogo si diffuse la convinzione che le anime dei defunti vagassero in un limbo senza mai poter raggiungere la grazia di Dio poiché nessuno aveva pregato per loro. Erano le anime pezzentelle, quelle dei morti ignoti. La gente del quartiere cominciò a recarsi nel cimitero per pregare Dio affinché le accogliesse in Paradiso. Ognuno si sceglieva un teschio, la capuzzella, a cui dedicare le proprie preghiere portando fiori, candele, fazzoletti ricamati, cuscinetti, chiedendo in cambio una grazia. Chi riceveva la grazia, in segno di riconoscenza fabbricava una casetta di legno, un tetto per la sua capuzzella. Chi invece, dopo numerose preghiere non riceveva alcun segno della benevolenza di Dio, voltava la sua capuzzella verso il muro affinché altri fedeli non perdessero tempo a pregarla, perché evidentemente in vita era stata una persona malvagia.

 

Cimitero delle Fontanelle

Negli anni Sessanta il culto delle anime pezzentelle assunse dimensioni tali da generare preoccupazione nella Chiesa che esercitò pressioni sul Comune affinché il sito venisse chiuso per idolatria. Ma la gente del posto si ribellò, si rischiò addirittura una rivolta. Il Comune, cedendo alle manifestazioni, riaprì il sito vietando espressamente il culto delle capuzzelle.

In realtà il culto è vivo ancora oggi. Chiunque vada a visitare il Cimitero delle Fontanelle non può non notare la quantità di fiori, fazzolettini ricamati, foto e le singolari “casette”. Molte storie fantastiche, alimentate da credenze popolari, gravitano intorno al Cimitero delle Fontanelle. Vi sono scheletri noti per aver concesso molte grazie: Concettina, il postino, o monacone. Nell’itinerario della città di Napoli non può mancare la visita al singolare cimitero, in cui ancora oggi si respira un’aria intrisa della più autentica tradizione popolare un po’ mistica, un po’ scaramantica e pittoresca tipica del popolo napoletano.

Cimitero delle Fontanelle

Testo e fotografie di Carmela Gentile

Autore

  • Il mio paese natale è Palmi, Reggio Calabria. Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Anestesia e Rianimazione con indirizzo Terapia Iperbarica, presso l’Università degli Studi di Messina. Sin da bambina ho provato una passione smodata per la lettura e mi è sempre piaciuto scrivere. All’età di otto anni ho divorato in un paio d’ore ‘Le avventure di Pinocchio’, versione originale di Carlo Collodi. Ricordo bene che un giorno il mio primo figlio, stizzito perché non gli de...

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