Dopo oltre due mesi di navigazione Cristoforo Colombo, a bordo delle famose tre caravelle, può finalmente esclamare “Terra! Terra!”. Sono le due di notte di venerdì 12 ottobre 1492: Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, distingue la costa: la terra raggiunta è San Salvador, nell’attuale arcipelago delle Bahamas. L’equipaggio guidato dal navigatore genovese viene accolto con cortesia dalla tribù dell’isola. L’impresa è passata alla storia come la “scoperta dell’America”, il Nuovo Mondo. Da allora è iniziata una nuova fase geopolitica globalizzata, e nella periodizzazione delle epoche storiche il 12 ottobre 1492 marca il passaggio dall’Età Medievale a quella Moderna.
Tuttavia gli studiosi ci informano che la “scoperta” dell’America sarebbe avvenuta attorno all’anno Mille con le spedizioni vichinghe, di cui però non abbiamo documentazione scritta ma solo racconti leggendari e tradizione orale diffusa, nel Medioevo, negli ambienti commerciali e soprattutto in quelli marinareschi. Oggi finalmente abbiamo un dato concreto: una recente ricerca condotta dal Dipartimento di Studi letterari filologici e linguistici dell’Università Statale di Milano, coordinata dal professore Paolo Chiesa e pubblicata sulla rivista “Terrae Incognitae”, ha individuato una possibile e clamorosa menzione di una terra situata al di là dell’Atlantico, in un documento vergato in una scrittura gotica dell’Italia settentrionale e datato 1340, cioè 152 anni prima dell’impresa di Colombo. Si tratta della Cronica universalis del domenicano milanese Galvano Fiamma, cappellano di Giovanni Visconti.
Tale territorio corrisponde proprio a quella che oggi conosciamo come America del Nord. Ecco infatti il passaggio dirimente nel manoscritto medievale di Galvano Fiamma:
«I marinai che percorrono i mari della Danimarca e della Norvegia dicono che oltre la Norvegia, verso Settentrione, si trova l’Islanda. Più oltre c’è un’isola detta Grolandia. E ancora oltre, verso occidente, c’è una terra chiamata Marckalada».
Non si può non notare la sovrapposizione toponomastica con la Markland delle saghe norrene. Marcklada, dunque, sarebbe esattamente l’America. E c’era qualcuno, in Italia e non solo, al corrente delle spedizioni vichinghe del passato e quindi del “nuovo mondo” di là dall’Oceano. L’ipotesi più probabile è che Galvano Fiamma abbia appreso questa informazione attraverso i suoi contatti con la città di Genova, i cui marinai, a loro volta, commerciavano con i paesi del Nord Europa e verosimilmente ascoltarono la narrazione delle “nuove terre”.
D’altro canto, vi sono ulteriori tracce di esplorazioni atlantiche fatte da antichi navigatori: http://Globusrivista.it/gli-antichi-navigatori-la-scoperta-dellamerica-prima-di-colombo/
Qui il progetto didattico dell’Università di Milano: Ricerca Università Milano
Qui il link alla pubblicazione su “Terrae Incognitae”: Terrae Incognite
In copertina: Colombo sbarcato nel Nuovo Mondo – Dióscoro Teófilo de la Puebla Tolín (Collezione Museo del Prado)