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Paesi vaghissimi. Giuseppe Zola e la pittura di paesaggio

Giuseppe Zola (Brescia, 1672 – Ferrara, 1743), pittore originario di Brescia, giunto giovanissimo a Ferrara dove svolge tutta la sua attività, è considerato un maestro nella pittura di paesaggio. Zola è una figura del tutto singolare nel contesto culturale e artistico ferrarese del XVIII secolo per la sua vastissima produzione di dipinti quasi interamente a carattere paesaggistico, in grado di soddisfare, con la piacevolezza del soggetto e della conduzione pittorica, la crescente richiesta di tele per arredare i palazzi della città. L’artista è così in grado di ritagliarsi una posizione rilevante presso la borghesia e la nobiltà estense per le quali produce una considerevole quantità di paesaggi destinati a impreziosire saloni e gallerie.

Giuseppe Zola, Paesaggio con cacciatori e viandanti, olio su tela, 97 x 129 cm
Giuseppe Zola, Paesaggio con cascata e rovine, olio su tela, 163 x 203 cm

Una mostra, inaugurata lo scorso 10 dicembre a Modena negli spazi espositivi di via Scudari, 9 e visitabile fino al 13 marzo 2022, celebra questo artista con l’esposizione intitolata “Paesi vaghissimi. Giuseppe Zola e la pittura di paesaggio”, allestita grazie alla collezione e archivio storico di BPER Banca e curata da Lucia Peruzzi, che illustra così l’opera di Zola: «L’arte si è costantemente confrontata con il tema della natura in un continuo e complesso mutamento del punto di vista, e si è inevitabilmente intrecciata al modo di vedere e di interpretare il territorio. Ma è nel Seicento che la natura, da semplice sfondo, comincia ad affermarsi nella sua autonomia. E il paesaggio arcadico e pieno di atmosfera del Settecento, nelle sue varie declinazioni, affonda le radici nei paesaggi del secolo precedente, dalle visioni solenni e idealizzate, quasi senza tempo, alle immagini di una natura pittoresca, carica di sentimenti e suggestioni. Zola parte da questi temi dominanti e li rielabora con citazioni che vanno da Claude Lorrain a Salvator Rosa, in una ricerca cromatica mediata dalla conoscenza delle opere di Marco Ricci. Nei suoi dipinti, paesaggi alpestri con rocce e cascate, architetture in rovina e vecchi casali contadini si alternano a più serene vedute di campagne adagiate lungo le rive di fiumi placidissimi, immerse nel silenzio dell’atmosfera velata del meriggio, con l’azzurro del cielo e i riflessi violacei delle montagne in lontananza».

Giuseppe Zola, Paesaggio fluviale con lavandaie e un bambino, olio su tela, 163 x 203 cm

Il percorso della mostra – articolato attraverso otto tele – trasporta il visitatore in un percorso visivo in cui il paesaggio non è solo uno sfondo, ma è capace di stimolare la riflessione su quanto l’impatto antropico ha determinato nel corso del tempo.

Giuseppe Zola, Riposo nella fuga in Egitto, olio su tela, 162 x 198 cm

A seguito della fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Ferrara in BPER Banca, avvenuta nel 2017, queste opere ed altri 24 dipinti dello stesso autore sono entrati a fare parte della collezione d’arte del gruppo bancario, che ad oggi comprende oltre mille capolavori, dal Quattrocento al Novecento. “La Galleria. Collezione e Archivio Storico” di BPER Banca si impegna così a svolgere un ruolo sociale e di scambio culturale. Inoltre è presente un’attività di studio e catalogazione che ha già consentito la pubblicazione dei seguenti volumi: “Le Signorine della Banca Popolare di Modena” (2018), “I Primi Soci” (2019), “Ti nasce vicino. Dalla réclame ai social media” (2020), “Oggi per domani. Breve storia del risparmio” (2021).

Giuseppe Zola, Scena portuale con rovine, olio su tela, 163 x 203 cm
Giuseppe Zola, Erminia scrive il nome di Tancredi sull’albero, olio su tela, 160 x 92 cm
Giuseppe Zola, Riposo di Erminia, olio su tela, 160 x 92 cm

 

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