Moni Ovadia fa il suo esordio dietro la macchina cinematografica con il film intitolato La Terra Senza. La pellicola – che si sta girando in questi giorni a Catanzaro – nasce da una storia scritta da Anna Vinci e già oggetto di un’omonima rappresentazione teatrale andata in scena nel 2008. L’attore protagonista di quello spettacolo era l’attore Carlo Greco, che ricopre lo stesso ruolo anche in questa realizzanda versione cinematografica prodotta da Rean Mazzone. La scrittrice Ippolita Luzzo ha seguito per un giorno la troupe, offrendoci questo suo breve resoconto.
Partiamo da Lamezia Terme con Gian Lorenzo Franzì, direttore di produzione del film, e a Valentina Arichetta, sua moglie, nonché compagna di letture del libro di Anna Vinci “Tina Anselmi. Storia di una passione politica”. Portiamo ricordi bellissimi con noi, negli anni felici di una amicizia leale. Seguiamo dunque questa nuova avventura; ora nel marzo 2022 iniziano le riprese tra i palazzi storici e il Parco della Biodiversità di Catanzaro, città in cui la storia è ambientata, storia nata da un testo teatrale, un dramma in due atti, della stessa scrittrice Anna Vinci. Lo spettacolo, prodotto nel 2008 dalla Fondazione Politeama, e andato in scena per la prima volta il 16 maggio 2008 nell’ambito dell’allora stagione dei “Teatri di maggio”, aveva per protagonista l’attore catanzarese Carlo Greco, proprio come nella versione cinematografica, ed io che ho letto il libro non potrei immaginare nessun altro al posto suo.
La storia è incentrata su un ritorno a casa, in Calabria, del protagonista, Ludovico, e del suo scontro con la sorella divisi da scelte di vita diverse. Il fratello sarà interpretato, come già detto, da Carlo Greco, mentre la sorella da Donatella Finocchiaro. Il figlio della sorella sarà Aurelio D’amore, anche lui perfetto nel ruolo. Ci sarà Gianluca Vetromilo, nel ruolo di Ludovico da giovane, e il teatro delle marionette e burattini di Angelo Gallo. Coinvolti anche alcune classi dell’Istituto Manzoni di Lamezia Terme. La Terra Senza ci riguarda un po’ tutti, sia coloro che sono andati via, come Ludovico, sia coloro che sono rimasti qui, al Sud di tutte le cose. Riguarda noi come individui nei laceranti rapporti familiari che inspiegabilmente prendono strade irreversibili e pur nei silenzi diventano luoghi impossibili da percorrere. Sarà un film che interesserà noi tutti attraversando luoghi e tempi, generazioni che si incontrano sul terreno nuovo del presente.
Intanto anche io torno a casa ma capisco che non posso non parlare di ciò che mi è successo e quindi lo racconterò a voi. Incontri ravvicinati del terzo tipo era un film di Steven Spielberg del 1977 ma noi oggi siamo nel 2022, a marzo, con la scrittrice Anna Vinci nonché sceneggiatrice del film La Terra Senza. Nel frattempo la vita ci sorprende e ci straorza nel gioco dei venti e degli eventi e così oggi mentre felicemente ci incontravamo con gli attori del film, mentre io chiacchieravo con Aurelio D’Amore, ecco che entra un conoscente di Carlo Greco, un suo conoscente degli anni che furono, per salutarlo. E il tempo si è fermato. In un istante la barriera si è infranta, moltissimi anni azzerati e Carlo Greco ci racconta chi è quel signore, ci racconta della sorella, bravissima attrice di Catanzaro. La commozione è palpabile, noi facciamo un applauso spontaneo come se fossimo a teatro, e fra lacrime di sentimento in noi il ricordo diventa presente.
Quello che Carlo ci descrive – come ben sottolinea Alessio Bressi – è un periodo in cui le aspettative erano realtà e ci racconta del «finire degli anni Settanta quando una giovane attrice catanzarese entrò nella corte di Federico Fellini. Era Sara Tafuri la quale, dopo una brillante esperienza teatrale iniziata nella scuola di recitazione creata da Antonio Panzarella, assieme a Pino Michienzi, Rosa Ferraiolo, Diego Verdegiglio e Adele Fulciniti, approdò a Cinecittà. Per apripista, la Tafuri, aveva inviato alcune sue foto ma, non ricevendo riscontro, decise di recarsi personalmente nella città del cinema alla ricerca del mitico Fellini» e lo incontra veramente, lavorando poi per lui nel film La città delle donne.
Carlo già da allora conosceva Sara Tafuri, e di quel suo terribile incidente nel mese di giugno del 1986, avvenuto a Catanzaro: da allora «la sua vita è totalmente cambiata per colpa di quell’amaro destino che l’ha portata a vivere nella quasi immobilità». Anna abbraccia Carlo, io mi avvicino dopo, nel mio peregrinare attraverso la vita che si fa beffa di tutti noi, una vita bellissima e crudele, una vita che è un soffio, un giorno, una espressione degli occhi, un sorriso e un incontro.
di Ippolita Luzzo – scrittrice