Vai al contenuto

Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri: “Cambiare per rimanere se stessi”

La Galleria FerrarinArte di Legnago (VR) presenta, fino all’11 giugno 2022, una doppia esposizione personale dedicata agli artisti Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri, esponenti di spicco della Pittura Analitica, una corrente artistica alla quale la Galleria ha sempre riservato grande attenzione, attestandosi tra gli operatori accreditati a livello italiano ed internazionale. Il titolo dell’esposizione, “Cambiare per rimanere se stessi”, si riferisce ad una ricerca pittorica di grande attualità che, negli ultimi cinquant’anni, ha saputo cambiare, rimanendo tuttavia fedele a se stessa. Il percorso espositivo comprende una quarantina di opere, molte delle quali storiche, realizzate dagli anni Sessanta ad oggi. Tre dipinti di Riccardo Guarneri provengono, inoltre, dalla 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2017), alla quale entrambi gli artisti, invitati da Christine Macel, avevano partecipato con una sala personale.

Giorgio Griffa, Obliquo, 1977, acrilico su cotone, cm 101×101

Scrive Carlo Vanoni: «In maniera diversa Griffa e Guarneri hanno fatto parte di quella che la storia dell’arte ha definito Pittura Analitica (più esattamente: quello che Filiberto Menna aveva identificato come “la linea analitica della pittura moderna”). Ci si poneva una semplice domanda: che cosa significa dipingere? A questa domanda, forse, i due avrebbero risposto in maniera diversa: per Griffa, dipingere significa lasciare un segno sulla superficie grezza della tela, un segno che porta con sé tutta l’eredità della storia dell’arte, dalle grotte di Lascaux alle avanguardie, un segno che dialoga con le pieghe della tela ora diventata parte integrante dell’opera stessa, in linea con i colleghi francesi del gruppo Support/Surface (Louis Cane, Noel Dolla, Claude Viallat, Daniel Dezeuze); Guarneri, invece, è più vicino alla poetica astrattista di Dorazio, ma con una “musicalità” diversa: colori tenui che arrivano da una tradizione tipicamente fiorentina, quattrocentesca direi, una pittura “angelica” nel senso che di fronte a quei verdi, rosa, arancio delicatissimi non si può non pensare al Beato Angelico del Convento di San Marco. […] Griffa e Guarneri, insieme ai loro compagni di viaggio, hanno indicato una nuova strada: dipingere al netto della distinzione figurativo/astratto; dipingere dialogando con il proprio tempo; dipingere, seppure ognuno in maniera diversa, per portare avanti la stessa battaglia. Infine, dipingere per aprire la porta a un nuovo orizzonte, dove la luce della pittura non si limiti a raffigurare un tramonto e neppure a concepirlo come fosse un cerchio giallo, ma, più analiticamente, si manifesti come segno, traccia e colore. Tre elementi che attraversano la storia dell’arte. Tre elementi intesi come strutture portanti che si uniscono al quarto e cioè allo spazio. Ma al netto dei ricordi e dei riferimenti, delle analisi concettuali e strutturali, quello che occorre ribadire oggi è l’attualità della loro pittura. Una pittura che negli ultimi cinquant’anni ha saputo cambiare, pur rimanendo – inesorabilmente, ostinatamente, puntigliosamente – se stessa».

Riccardo Guarneri, Angolare ambiguo, 2016, tecnica mista su tela, cm 175×175, opera esposta alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

«La pittura – dichiara Giorgio Griffa – rappresenta il mondo non solo ricoprendolo, ma anche simbolicamente, lasciando a ogni segno la sua identità. […] L’opera non può essere riempita: non voglio certo arrivare alla fine, a un punto fermo e morto, gettando via la vita del dipinto, relegandolo nel passato. L’arte è tale perché è sempre viva ben oltre il proprio tempo».

Riccardo Guarneri, Anomalia nell’orizzontalità (con molte linee), 1978, tecnica mista su tela, cm 61×66

«Mi considero un “bachiano”, nel senso del grande compositore – spiega Riccardo Guarneri. Tutto nasce nella variazione e la variazione non nasce dalla fantasia ma dal metodo. […] Nel caso mio, venendo da un clima più esistenzialista, la mia attenzione era decisamente rivolta verso il dubbio più che alla certezza. Ed ecco nella mia pittura che un quadrato non è mai un vero quadrato e un colore è spesso indefinibile nel suo apparire».

Autore

  • Globus è una pubblicazione culturale presente con una pregevole edizione cartacea a uscita trimestrale (acquistabile per copia singola o per abbonamento annuale); con GlobusLab (pubblicazione digitale a uscita settimanale, monotematica e gratuita); con una newsletter settimanale. Tutti i contenuti sono presenti anche sui canali web/social. Immagini, parole e suggestioni dal mondo, per immergerci nella bellezza di luoghi e popoli, arte e storia, ingegno umano e creatività. www.globusrivista.it

    Visualizza tutti gli articoli