“Animals” è il titolo della mostra del pittore Sergio Schenone, curata da Loredana Trestin e visitabile al CAD Creativity Art Design, al piano nobile di Palazzo Saluzzo dei Rolli a Genova, fino al 9 gennaio 2024. Schenone, artista eclettico, si è formato dapprima al liceo artistico e poi all’Accademia delle Belle Arti e ha sempre avuto una naturale predisposizione verso una forma artistica volta all’aiuto di persone con difficoltà tramite l’arteterapia.
È lo stesso Schenone a fornirci una descrizione del suo mondo: “Sono molti anni che utilizzo il linguaggio artistico come risorsa terapeutica e mi sono specializzato con i bambini, gli adolescenti e le persone con disabilità. In particolare ho constatato che il linguaggio artistico è efficace come sostegno e reale aiuto con ragazzi dello spettro autistico. L’arte è un modo per entrare in contatto e in relazione con se stessi e con gli altri attivando un meccanismo e un procedimento terapeutico rivolto a diverse persone con dei limiti, ma che possiedono illimitate potenzialità e risorse umane”.
“Amo combinare e comporre insieme l’immagine visiva con il linguaggio artistico nel campo terapeutico per offrire una possibilità di aiuto a chi ne ha bisogno e a chi desidera approfondire la conoscenza di se stesso e degli altri. Il linguaggio artistico è un percorso anche terapeutico per sostenere e attivare meccanismi psicologici che contrastano e sbloccano condizioni che possono ostacolare o bloccare la vita delle persone con uno spettro di gravità minore, che va da insicurezza e timidezza, fino a raggiungere manifestazioni più gravi a livello psicopatologico”.
“L’arte possiede un valore funzionale specifico e serve ad organizzare in maniera funzionale i pensieri chiarendo diversi percorsi di consapevolezza e di scelte compiute. Lavorando attraverso l’arte si ottiene un controllo delle situazioni di disagio e una migliore organizzazione e gestione del pensiero umano. Nella confusione che regna nella mente le immagini delle opere pittoriche, usate con consapevolezza, permettono una visione e un approccio migliore alla vita. L’arteterapia utilizza il linguaggio dell’arte non come ricerca della bellezza ma come sostegno e assistenza alla persona che trae benessere e giovamento dall’arte stessa, al di là di obiettivi estetici”.
“Il mio percorso artistico legato alla serie “Animals” ha idealmente preso l’avvio quando da ragazzo, ho visto per la prima volta il quadro “Il gatto del mediterraneo” di Balthus. Questo dipinto mi ha immediatamente colpito perché è ricco di elementi che richiamano il mondo umano-animale in quanto è ritratto un uomo con l’aspetto di un gatto che, seduto su una tavola apparecchiata sopra un molo, mangia i pesci che arrivano da un arcobaleno. Questa creatura immaginaria si presta a tanti significati e interpretazioni che provengono dall’inconscio e dalla parte più emotiva dell’essere umano”.
“Da allora il rapporto e la dimensione che si compenetra fra uomo e animale mi ha sempre più coinvolto e affascinato e così ho iniziato a dipingere questi esseri fantasiosi che riservavano anche a me stesso significati misteriosi. Il processo di attivazione dell’immaginazione non richiede domande sul senso e sul significato, creo dei bozzetti e il lavoro pittorico è finito a distanza di tempo quando chiarisco il senso che volevo imprimere, ma in ogni caso rimane sempre presente nell’opera un lato misterioso e oscuro. L’arte è connessione con questi frammenti umani nascosti e latenti che rendono l’arte stessa una continua ricerca e sperimentazione”.
“Ognuno interpreta i quadri a seconda del proprio sentire e del vissuto personale tipico di ogni individuo: alcuni hanno visto in uno stesso quadro un rimando alla morte, mentre per altri era un passaggio di transizione nella vita. Ogni immagine possiede una propria energia creativa ed è fondamentale attivare questo processo di creazione, altrimenti il rischio è quello di ripetere una routine di immagini fredde. Per quanto riguarda gli animali, le prime opere pittoriche che ha creato l’uomo nell’epoca paleolitica sono riproduzioni di animali tramite segni in forme collettive riconoscibili. In ogni cultura storica è sempre stato molto presente il legame e la relazione fra l’uomo e l’animale: pensiamo agli egizi, con la rappresentazione del dio dei morti Anubi che aveva la forma di un uomo e la testa di un cane, e ai greci con la figura mitologica mostruosa del Minotauro con il corpo di un uomo e la testa di un toro”.
“L’animale si presta in maniera estremamente efficace a catalizzare l’attenzione sui significati più profondi e reconditi del nostro essere umano. In ognuno di noi c’è la storia dell’umanità e, in un enorme quadro che si intitola “La guida”, ho rappresentato la morte ritraendola come una figura antropomorfa canina che scende in un buco che inghiotte tutto. In quest’opera non riuscivo a sganciarmi mentalmente dall’immagine del cane che allevia e attenua l’ancestrale paura della morte, forse collegandomi inconsciamente proprio ad Anubi. Lo sguardo dolce e mite del cane ci accompagna in modo benevolo con un’espressione di conforto e consolazione. Oltre che pittore sono anche filmaker di documentari e corti e anticipo che il prossimo sarà “Ticman”, una produzione specificatamente cinematografica: sarà una sorpresa!”.
di Isabella Puma – giornalista
Immagine in copertina: ST, 2013, olio 40×80