La famiglia Antinori ha una tradizione che risale a seicento anni fa, a quando, cioè, nel 1385 un documento attesta che Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell’Arte Fiorentina dei Vinattieri, cioè della corporazione che regolamentava l’esercizio delle attività delle osterie e delle cantine. Da quel momento, attraverso ventisei generazioni, gli Antinori portano avanti la tradizione del vino e gestiscono direttamente l’attività. Questa famiglia possiede diverse tenute in tutta Italia e produce diversi vini ma la nuova cantina, quella nel Chianti Classico, è probabilmente la più particolare dal punto di vista architettonico (e non solo!). Inaugurata a ottobre del 2012 dopo sette anni di lavoro, è un gioiello in tutto e per tutto: è stata concepita dall’architetto Marco Casamonti e incastonata in una delle meravigliose colline di questo territorio.
Nello specifico, questa cantina è stata ideata per avere il minor impatto ambientale e il maggior risparmio energetico possibile; è nascosta tra ulivi, boschi di querce e lecci e, naturalmente, è ricoperta da vigneti. L’acciaio corten, con cui la struttura è stata realizzata, richiama i colori della terra e le ampie vetrate permettono di fonderla ancora meglio con il paesaggio circostante; il vero fulcro architettonico della cantina è sicuramente la scala elicoidale con spire prive di appoggi che collega i tre piani della struttura (l’ingresso, l’area amministrativa dell’azienda, che qui ha trovato la sua nuova sede e la zona più alta, con i vigneti e le zone di ricezione dell’uva). La scala risulta così essere un vero oggetto scultoreo e architettonico di design ricercato per un totale di oltre 30 metri. La cantina del Chianti Classico è stata proprio concepita e sviluppata con queste caratteristiche per consentire la vinificazione “per gravità”: senza l’utilizzo delle pompe, infatti, l’uva si preserva integra e il sistema di cadute naturali favorisce la lavorazione e permette di ottenere un vino più equilibrato con tannini più morbidi. Il piano più alto, come si è detto, ospita l’area di ricezione e di pigiatura delle uve, che avviene con un delicato sistema di rottura degli acini; da questo livello il mosto cade – grazie solo alla gravità – nei serbatoi di acciaio per la vinificazione e, una volta terminato anche il processo di macerazione, si passa al periodo di maturazione in legno nelle barrique situate accanto ai tini.
In quest’area, sicuramente una delle più suggestive dell’intera cantina, la temperatura e il livello di umidità necessari per permettere l’affinamento del vino sono mantenuti senza l’utilizzo di impianti di climatizzazione ma in maniera completamente naturale. Questo metodo di lavorazione si ispira alle “neviere”, fosse naturali o artificiali in cui si raccoglieva la neve, che permettevano di mantenere freschi i cibi e le bevande. In questo luogo gli ettari di vigneti sono coltivati prevalentemente a Sangiovese ma si trova anche una piccola parte di vitigni internazionali, come il Cabernet Sauvignon e il Franc, insieme a Canaiolo, Colorino, Ciliegiolo, Mammolo e Malvasia Nera; queste ultime varietà sono autoctone toscane e il loro impianto è stato voluto per valorizzare e riscoprire la storia vinicola del Chianti Classico. Le caratteristiche del terreno e dell’esposizione, inoltre, permettono una maturazione ideale delle uve; tutto il processo vinicolo è interamente gestito a mano, dalla potatura alla raccolta, per garantire una coltivazione sostenibile e per ottenere vini di qualità maggiore.
Nel corso dei secoli i Marchesi Antinori hanno compiuto diversi atti di mecenatismo e hanno sempre avuto una passione speciale per l’arte: anche il loro stemma è un’opera preziosa che proviene dalla bottega fiorentina di Giovanni della Robbia, scultore e ceramista molto noto per essere uno dei maggiori sperimentatori dell’arte tra il Quattrocento e il Cinquecento. Questa cantina, in particolare, conserva numerose opere: dipinti, ceramiche, tessuti e antichi manoscritti che precedentemente erano collocati presso il Palazzo Antinori di Firenze. Nello stesso anno della sua costruzione, nella cantina è stato avviato un progetto, l’ “Antinori Art Project”, che prosegue e amplia la tradizione di famiglia del collezionismo e, in particolare, si concentra sull’arte contemporanea, collaborando con diversi curatori noti protagonisti della scena artistica nazionale e internazionale. La famiglia Antinori, inoltre, ha un occhio di riguardo anche per l’arte rinascimentale; nel 2017, infatti, ha sponsorizzato un importante restauro della lunetta realizzata da Giovanni della Robbia all’inizio del XVI secolo con la raffigurazione della resurrezione di Cristo, commissionata da un altro membro della famiglia, Nicolò di Tommaso Antinori. La lunetta, di proprietà del Museo di Brooklyn, è stata esposta, subito dopo il restauro, al Museo Nazionale del Bargello a Firenze. I vini che ad oggi si producono nella cantina Antinori del Chianti Classico, con i suoi 4,60 ettari di vigneti, sono il Pèppoli, il Villa Antinori Riserva e il Vigna sul tetto Riserva, tutti dotati di certificazione DOCG. Chiunque visiti questo luogo, dunque, si trova ad attraversare non solo natura e vigneti, ma anche a respirare l’arte in tutte le sue forme. La cantina offre diversi percorsi di visita, alcuni dei quali anche con degustazioni che permettono di apprezzare il luogo in tutta la sua esclusività.
Le Cantine Antinori nel Chianti Classico – San Casciano Val di Pesa (FI)di Maria Grazia Cinti – archeologa
fotografie: Archivio fotografico Antinori