“Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti” è la mostra curata da Cristina Acidini e Claudio Paolini, promossa dalla Fondazione CR Firenze in collaborazione con Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi.


Visitabile dal 27 marzo al 20 luglio 2025 a Villa Bardini a Firenze, è una grande esposizione d’arte. Di più: è un affascinante viaggio alla riscoperta di una coppia – lui storico dell’arte, lei scrittrice e traduttrice – che riunì un cenacolo di artisti e intellettuali che hanno plasmato il 900 italiano e non solo. Una narrazione unica che unisce opere d’arte, documenti d’archivio e contributi multimediali, valorizzando il patrimonio della Fondazione Roberto Longhi.

La mostra viene proposta in quel magico luogo (che da solo varrebbe un viaggio) che è Villa Bardini e di essa la mostra occupa tutti gli ambienti, densissima com’è di materiali, molti dei quali inediti e preziosissimi. Il percorso, non a caso, prevede anche una Silent Room dove riposare gli occhi e la mente travolti dalle suggestioni e dagli stimoli offerti nelle dodici sale in cui si dipana il percorso espositivo. Volendo si può anche passeggiare all’esterno nel magnifico parco storico della villa popolato di essenze antiche come il colossale glicine, tra i più antichi del continente, la cui fioritura richiama ogni primavera migliaia di appassionati.


Una mostra fortemente esperienziale quindi, per ammirare capolavori come Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio, gli Apostoli di Jusepe de Ribera o l’emozionante sequenza di 10 Morandi intimi, creati dall’artista bolognese, regalati in occasioni diverse a Roberto Longhi e alla fortunata padrona di casa.

La mostra, riunisce anche quaranta dipinti, tra disegni e acquarelli, nuclei rilevanti di fotografie originali e di documenti d’archivio che testimoniano la frequentazione della coppia con Ungaretti, Bassani, Pratolini, Gadda, Pea, Bigongiari, Pasolini, tra i molti amici letterati e scrittori, o con de Pisis, Socrate, Guttuso, Mafai, oltre al già citato Morandi, tra i tanti artisti.

In queste stanze è stata “rivoluzionata” la storia dell’arte, con la riscoperta del nostro Seicento, grazie al lavoro di Longhi su Caravaggio e altri, e di Lucia Lopresti, che, come nome de plume, aveva assunto quello di Anna Banti, su Artemisia. Memorabile la mostra che nel 1951 a Palazzo Reale di Milano, Longhi dedicò a Caravaggio, accendendo i riflettori su un pittore caduto nell’oblio. Fu un successo storico, sancito da più di quattrocentomila visitatori. Entrambi erano impegnati nella ricerca quanto nella divulgazione. Con loro, la storia dell’arte va oltre l’ambito degli addetti ai lavori per farsi racconto sociale. Entrambi hanno consuetudine con i settimanali popolari, con la televisione, la radio.


In mostra il pubblico potrà osservare la capacità divulgativa di Longhi in due documentari, l’uno su Carpaccio, su Carrà il secondo. Entrambi investirono sui giovani, e questa è ancora oggi la mission della Fondazione Longhi da loro creata e che ha sede a Firenze in Villa Il Tasso. Qui si sono formate generazioni di storici dell’arte che hanno ancora in Roberto Longhi il loro punto di riferimento ideale.

Immagine in copertina: Carlo Carrà, Paesaggio ligure, 1923, olio su tela, Firenze, Fondazione Roberto Longhi