Corpo di donna. Corpo di uomo. Due dimensioni per natura spirituale molti simili tra loro ma prepotentemente distanti dal profilo storico-sociale. Il corpo che Serafina Figliuzzi ed Emanuele Giannelli presentano alla mostra bolognese “Corpi. Sospesi & Imperfetti” in programma a Bologna dal 2 al 14 maggio 2023 nel Complesso delle Sette Chiese, Basilica di Santo Stefano, è un distillato di un lungo cammino che ha toccato l’arte, la fotografia e la scultura di tutti i tempi.
Dal punto di vista artistico, il corpo traduce due espressioni culturali diverse, unite soltanto dalla sua natura divina. È lo spirito che in esso vive a costituire il trait-d’union sia tra donna e uomo, due “universi” separati, che tra scultura e fotografia, due linguaggi diversamente ben distinti. Non a caso gli scatti “imperfetti” di Figliuzzi, fotografa calabrese che vive a Venezia, producono una visione distopica e distorta del corpo femminile. Sono in cerca di quiete.
Le sculture sospese di Giannelli, scultore attivo a Roma e originario della Toscana, invadono lo spazio pur restando appese a un filo che le fa gravitare nell’aria. Sono alla ricerca di una vibrazione.
Due processi e modi d’intendere l’arte e la propria fisicità completamente differenti, quelli tra Figliuzzi e Giannelli. Entrambi tuttavia tentano di rispondere alla stessa domanda: cosa significa essere donna o uomo? Come possiamo definirci nella nostra natura biologica oggi? La riflessione sottaciuta dei due artisti però, non si limita a questo ambito ma travalica i significati per aprire ad altri interrogativi sociali, spirituali e culturali mediante forme d’espressione come la fotografia e la scultura che si riconducono alla persistenza con cui l’arte ha sempre provato a dare risposte, riuscendoci più agevolmente di altri linguaggi che ancora stentano a trovare.
di Anna De Fazio Siciliano – storica e critica d’arte
Immagine in copertina: Emanuele Giannelli