Agostino Art Gallery di Milano presenta, dal 23 febbraio al 20 marzo 2023, “Hommage à la peinture” di Fabrizio Vatta, artista veneto allievo di Emilio Vedova, la cui ricerca muove al confine tra realismo ed espressionismo, attraverso un gesto vibrante che prima costruisce e poi nega la figura. Curata da Cinzia Lampariello Ranzi, l’esposizione è costituita da una selezione di opere recenti a olio su tela e su tavola, alcune delle quali di grandi dimensioni.
Fulcro del lavoro di Fabrizio Vatta è la figura umana, ritratta nell’atto di compiere azioni quotidiane o inserita in situazioni più complesse. Lo spazio rappresentato, tuttavia, non è mai uno spazio fisico, ma mentale, capace di suggerire riflessioni che vanno oltre la superficie della pittura, sfociando nella sfera personale e collettiva.
Tra le opere esposte si segnalano, in particolare, “L’isola di Geremy”, una grande tela pervasa dal sentimento di speranza del protagonista, e “L’ombra sott’acqua”, in cui è evidente il senso di smarrimento dell’uomo contemporaneo.
Presente in mostra anche una serie di dipinti caratterizzati da una visione dall’alto, come se i soggetti ritratti fossero spiati da un drone. Chiude il progetto, un omaggio ad Andy Warhol, il più grande voyeur della cultura americana, che osserva e registra la messa in scena della pittura.
«I ricercati tagli fotografici delle composizioni – scrive il critico d’arte Gaetano Salerno – conferiscono immediata credibilità e drammaticità a queste immagini che comunque non cessano di alludere al fantastico e all’onirico; il colore forma e deforma, individua e cancella. In questo binomio realizzativo, disegnare una traccia per poi occultarla trasmette l’essenza sfaccettata della vita: assorbire un dato reale, una suggestione fisica per poi esploderla nella materia che ne amplifica esponenzialmente il sentimento di base, ammantando ogni angolo della sfera visibile della sua essenza con pasta cromatica fluida e dinamica, scrive la teologia di un mondo occulto in divenire in cui esserci, figurare, rappresentata la sola antitesi al nichilismo».
Fabrizio Vatta nasce nel 1956 a Mestre, dove vive e lavora. Frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e si diploma in Pittura con Emilio Vedova. L’esperienza con il Maestro sarà determinante per buona parte del suo percorso artistico: il gesto pittorico, la pennellata dinamica e la velocità di esecuzione rimarranno le costanti del suo lavoro pur restando fedele al suo essere pittore di figura. Le prime esposizioni e i concorsi risalgono all’inizio degli anni ’80, dopo uno studio assiduo della pittura antica. Affronta principalmente il tema del ritratto con una serie di omaggi ai grandi personaggi della cultura del ‘900, tra i quali Alberto Moravia, al quale donerà un’opera. Partecipa a sette edizioni della collettiva presso la Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia, conseguendo in due occasioni il premio acquisto, e successivamente viene invitato ad esporre presso Lewers Art Gallery di Penrith e a Sidney, in Australia, con una selezione di giovani artisti veneziani. Nei primi anni ’90 entra in contatto con storici galleristi veneziani come Renato Cardazzo e Luciano Ravagnan. Nei primi anni del nuovo millennio lavora su grandi superfici che gli permettono un gesto più libero e dinamico. Nel contempo prosegue la partecipazione a esposizioni collettive e personali, impegnandosi anche nella didattica dell’arte. Sue opere sono presenti in numerosi sedi pubbliche e collezioni private a Venezia, Padova, Verona, Bologna, Milano, Brescia, Mantova, Napoli, Salisburgo, Parigi, New-York, Ginevra. Dal 2012 è presente nella Collezione della Casa Museo Alberto Moravia a Roma. Dal 2013 al 2016 allestisce mostre personali e partecipa a concorsi internazionali. Nel 2016 la casa editrice Black Wolf Edition pubblica una sua importante monografia con 150 opere realizzate tra il 1982 e il 2016. Nel 2019 allestisce una personale presso Forte Marghera, Venezia. Partecipa a quattro edizioni del Premio Mestre di Pittura, conseguendo il secondo premio nel 2017 e una menzione speciale della giuria nel 2020. Dal 2021 collabora con la Galleria Parentesi di Vittorio Veneto. Nel 2022 vengono allestite sue mostre personali negli spazi della Galleria Arte Spazio Tempo di Venezia e di Villa Albrizzi Marini a S. Zenone degli Ezzelini (Treviso).
Agostino Art Gallery inaugura la propria attività nel 2022 a Milano, in via Solari 72. Uno spazio espositivo che promuove un approccio multidisciplinare all’arte contemporanea, per superare limiti e confini stabiliti. Un incubatore virtuoso, capace di riflettere la natura futuristica e aperta della metropoli italiana scelta come sede. Non solo mostre ma anche talk, presentazioni editoriali e laboratori: un nuovo salotto culturale cittadino, un crocevia di incontro, confronto, progettazione e convivialità. Nata da un’idea di Cinzia Lampariello Ranzi e Giacomo Christian Giulio Ranzi, Agostino Art Gallery prende spunto dalla passione dei fondatori per l’arte contemporanea. Un interesse che li ha portati, fin dagli anni ‘80, a viaggiare e a scoprire talenti internazionali entrati a far parte della loro collezione privata. I due ideatori, uniti nella vita e nell’arte, hanno deciso di condividere anche le opere da loro acquistate nel tempo, esponendole in mostre tematiche che affronteranno argomenti attuali e drammatici come la guerra, ma anche temi legati al costume e alla società. Il nome scelto è un omaggio a Sant’Agostino e al suo pensiero relativo all’uomo e alla sua volontà razionale che lo portava a ritenere che la volontà è autonoma rispetto alla ragione: è nomale che un uomo desideri prima una cosa e poi un’altra. Allo stesso modo i due fondatori offrono esperienze culturali e incontri con artisti differenti che spaziano dalla pittura, alla scultura, passando attraverso la street art e la fotografia. Opere più classiche si alternano a nuovi linguaggi artistici multimediali, lasciando spazio alle passioni dei visitatori che vengono stimolati senza alcun limite. Anche il logo di Escher richiama questa libertà di interpretazione: il triangolo di Penrose, una figura geometrica che è in realtà un’illusione. Sembra tridimensionale ma in realtà non lo è, un invito agli spettatori ad andare oltre le apparenze, a lasciare la mente libera di fantasticare, a trovare in ogni opera d’arte spunti personali anche contradditori. Tra gli artisti che trovano nella Agostino Art Gallery il loro palcoscenico milanese, anche grazie alla collaborazione con Cris Contini Contemporary, figurano Endless, primo street-artist presente nella collezione degli Uffizi, e Michele Tombolini, entrambi partecipanti alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Sono inoltre disponibili le opere dell’artista brasiliano Romero Britto, i celebri “Balloon Dog” di Jeff Koons, così come le ricerche di Jeff Robb, Mr. Brainwash, Roberto Carullo, Marco Lodola e BranSymondson. Agostino Art Gallery si propone, inoltre, di svolgere attività di ricerca e di scouting, sostenendo i giovani artisti e presentando in anteprima autori internazionali mai esposti in Italia o in Europa.All’esposizione d’esordio, dedicata alla ricerca di Michele Tombolini, ha fatto seguito “Lilibet. The Queen”, mostra-omaggio a Sua Maestà la Regina Elisabetta II, con una capsulecollectiondi opere realizzate da Endless, Marco Lodola, Mr. Brainwash, Raptuz, Jamie Reid, TVboy, Alberto Petrivelli, Walter Davanzo e Gumm.
In copertina: Fabrizio Vatta, Walking around, 2020, olio su tavola, cm 40×60. Ph. Nino Esposto