Alla ricerca dell’Armonia nascosta
L’Armonia nascosta propone la trasmigrazione delle radici mistiche e filosofiche dell’Arte astratta alla fotografia. Di fondo c’è il rifiuto del materialismo, una fede nel progresso e nel progresso spirituale dell’uomo. Il poeta-fotografo è un visionario che si spinge oltre le barriere del fenomeno per esprimere un contenuto altro. L’occhio che va alla ricerca dell’armonia nascosta è quello di uno sguardo giocoso, privo di giudizio, che riconosce la molteplicità delle diversità e aspira a rilevare un quadro armonico che è il risultato della tensione e integrazione delle differenze, ognuna delle quali contribuisce a formare l’Unità. Un sistema in cui i termini sono solidali tra loro e il cui valore di ciascuno dipende dalla presenza simultanea degli altri. Il fine ultimo dell’ armonia nascosta è la Pace.
Fonte di ispirazione dell’arte
Feminine è l’invocazione del poeta-fotografo alla sua Musa, la donna che gli inebria la mente con la sua presenza, una sorta di angelo custode che l’accompagna nelle sue solitarie passeggiate alla ricerca dell’armonia nascosta e senza la quale ogni sua opera non potrebbe sussistere. La donna è sempre stata la fonte di ispirazione dell’arte, colei che riesce con il suo soffio a toccare l’animo dell’artista, a stimolarne la sensibilità per dar vita a esplosioni di creatività.
“Forza armonizzante nell’universo”
Come ha scritto Germaine Greer, la Musa è colei che penetra l’artista che, così fecondato, porta avanti la gestazione fino a partorire l’opera dall’utero della sua mente. Non può esserci progresso spirituale che non passi per l’amore e il rispetto della donna, assolutamente libera nella sua identità. È la stessa Greer a considerare l’amore ideale, che identifica cosi come cantato nel celebre poemetto di Shakespeare La Fenice e la Tortora, “come una forza stabilizzatrice, creativa e armonizzante nell’universo”. Come scrive Shakespeare: “So they lov’d, as love in twain / Had the essence but in one / Two distincts / division none / Number there in love was slain”.
Il mio amore per le donne lo devo alla nascita di mia figlia. Non che prima non le amassi, ma se l’amore si manifesta nella capacità di immedesimazione nella persona amata, comprendendola per adoperarsi a darle tutto ciò che desidera e di cui ha bisogno, allora la nascita di una figlia è un evento fortunato che può migliorare l’essere dell’uomo maschio. Da quando è nata mia figlia è come se una parte di donna fosse entrato in me, cosicché ho progressivamente smesso di far valere le mie esigenze di uomo/maschio nel rapporto con l’uomo/femmina. Semmai ho iniziato a focalizzare tutte le agevolazioni che la società attuale concede al mio essere maschio e quanto invece fosse più difficoltoso, per l’esser femmina, vivere con uguale libertà, esprimere la propria naturalità, perseguire le proprie aspirazioni.
Omaggio alla donna
Questa mia metamorfosi non ha annullato ovviamente l’altro mio amore per la donna, quello attratto dalla bellezza che il mondo femmineo dona alla vita, con la sua grazia, la sua delicatezza e nello stesso tempo, per l’erotismo indotto dalle sue seducenti forme fisiche. Feminine è un lavoro che nasce da questa miscellanea di sentimenti verso la donna: vuole sia rappresentare un omaggio all’indispensabile e inebriante presenza femminile nel circuito vitale, sia affermare la rilevante presenza di interesse nel mio pensiero intellettuale e artistico costituito dall’impegno per il miglioramento della condizione femminile verso una realizzata parità.
Le foto sono state tutte realizzate a Milano, città che ho iniziato a frequentare a partire dal febbraio del 2014 quando ho preso la folle decisione di stravolgere la mia vita per provare a darle un senso sociale attraverso la fotografia. Nelle mie lunghe passeggiate formative, nel sentirmi inizialmente solo e un po’ emigrante nel capoluogo lombardo, trovavo ogni tanto un ristoro nelle visioni di queste immagini femminili, come se fossero angeli custodi che mi accompagnavo, stimolandomi a proseguire. E così, ho preso a fotografarle.
Testo e fotografie di Giorgio Di Maio – architetto