Lo Spazio Kryptos in Porta Venezia a Milano ospita la personale di Gian Piero Gasparini, Volti e risvolti nel Terzo Millennio, a cura di Vera Agosti, dal 10 al 25 febbraio 2022. Gasparini torna così allo Spazio Kryptos con una selezione mirata delle opere degli ultimi anni, in gran parte inedite, che costituiscono una sua riflessione sull’epoca attuale. L’artista ama le tematiche sociali, pur restando apolitico e cercando di stemperare la polemica. I lavori nascono naturalmente dall’osservazione di ciò che vede e sente, dai problemi del mondo che lo circonda.
I ritratti su cui si è focalizzata la sua attenzione sono volti di giovani africani, ieratici, imponenti, che dominano tutto lo spazio della tela. Lo sfondo, come sempre lavorato nella maniera particolarissima dell’autore, brilla nell’oro, nobilitando l’opera e conferendo un senso di sacralità alla rappresentazione. Gasparini ha incontrato e conosciuto i ragazzi e i bambini dipinti, persone in transito, a Milano, a Roma, a New York e nel corso di un viaggio nell’Africa Centrale, in cui si è innamorato della natura speciale del luogo e di quella che lui chiama “la natura delle cose”: colori, sapori, odori, profumi, sensazioni, amplificati dalla magia africana. E ancora il grande Africola del 2008 con un bimbo di colore nelle tonalità del rosso e del viola e il marchio gigantesco della Coca-Cola che lo sovrasta.
Nel Terzo Millennio, anche alcune tele della serie Effimera: una grandiosa farfalla monarca, che migra per chilometri e chilometri in Messico; una libellula, simbolo e icona del sogno, in inglese viene chiamata “dragonfly”, drago volante, come se fosse un piccolo essere fatato. Questi insetti sono fragili e preziosi e stanno rischiando l’estinzione, in un ideale parallelo emozionale con i ritratti degli uomini. E ancora una testa di cavallo, perché il tempo corre e l’ala di un angelo, poiché il tempo vola via. Questi i risvolti a cui allude il titolo della mostra, simboli della nostra esistenza, calati nei colori della terra.
La tecnica utilizzata dall’autore è personalissima: il punto di partenza della sua ricerca sta nella frantumazione del materiale su cui dipinge, ovvero la tela, e la sua ricomposizione, che talvolta appare come una sorta di restauro. Per fare questo, utilizza la tela dei Pirenei, più robusta, spessa e assorbente. La immerge in bagni di colore caldo, per poi sottrarre il pigmento tramite il decolorante. Come spiega Gasparini stesso è una fascinazione del Divisionismo che porta a una visione pixellata della pittura. La superficie appare quindi parcellizzata, come se l’opera fosse un mosaico di stoffa, e spesso da ogni pezza, scappano fili lungo i bordi. Per ogni tassello, sovente compare un numero: sono le cifre dell’estinzione e della quantità. Quanti siamo al mondo? Quanti minuti ci restano da vivere? Quanti centimetri quadrati abbiamo a disposizione, nella società delle percentuali e dei profitti? È una ricostruzione del supporto e del soggetto. Nella serie Effimera, un solo tassello non è ricoperto dalla tela ma dalla foglia d’oro: è l’inizio della fine, il vuoto di quando una creatura scompare.
Gian Piero Gasparini, classe 1969, diplomato in Tecniche di Illustrazione presso l’Istituto Marangoni di Milano, inizia la sua carriera artistica specializzandosi nell’iperrealismo, realizzando giganteschi murali ad aerografo e collaborando con alcuni dei più prestigiosi studi di architetti milanesi per la progettazione di alcune note strutture di intrattenimento. Fino ai primi anni 2000, lavora come direttore creativo per diverse aziende, coordinando l’immagine del marchio e spaziando dal graphic design all’arte commerciale e alla pubblicità. Ha iniziato la sua carriera come artista indipendente nel 2004, insieme ad altri giovani talenti, in una mostra organizzata da una delle più antiche librerie milanesi. Da allora il suo talento è stato ampiamente riconosciuto sia in Italia che all’estero, dove espone con successo, partecipando a numerose mostre personali e collettive.