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I mondi mirabolanti di Marco Polo

Il 2024 ricorrono i settecento anni dalla morte di Marco Polo, nato a Venezia il 1254 e lì morto il 9 gennaio 1324 all’età di settant’anni, il mercante-viaggiatore diventato consigliere e ambasciatore alla corte del Gran Khan Kublai, imperatore di tutti i Mongoli e nipote di Gengis Khan. L’anniversario viene celebrato con un ricco calendario di iniziative organizzate per tutto il 2024 dal Comune lagunare in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e l’Università Ca’ Foscari, con lo scopo di attualizzare quel magnifico viaggio e raccontare l’impareggiabile vita e conoscenza di Marco Polo “… acciocché si potessero sapere le cose che sono per lo mondo”. In particolare è il Palazzo Ducale a ospitare, dal 6 aprile al 29 settembre 2024, la mostra “Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento” curata da Giovanni Curatola e Chiara Squarcina, con oltre trecento opere provenienti dalle collezioni veneziane, dalle maggiori istituzioni italiane ed europee, fino ai prestiti dei musei di Armenia, Cina, Qatar e Canada. Un’esposizione preziosa attraverso la quale – tra opere d’arte, manufatti e incursioni nel Milione – si ripercorre la geografia fisica, politica e umana delle sue esperienze in Asia, il suo tempo, la sua vita, la sua eredità.

Marco Polo, Devisement dou mond; Jean de Mandeville: Voyages; Jean le Long d’Ypres: Récits de voyages  Pergamena 287 ff., prima metà del sec XV – Collezione Burgerbibliothek, Berna

Ed è proprio grazie alla sua famosa opera letteraria, che tanta fortuna ha riscosso tra Ottocento e Novecento, se il mondo conosce uno dei più sorprendenti e documentati viaggi della storia. Per essere più precisi, tutto nasce da un incontro casuale e per noi provvidenziale: siamo nel 1298 e Marco Polo è fatto prigioniero dai genovesi, all’epoca in guerra con Venezia; nelle carceri ligure di San Giorgio incontra il novelliere Rustichello da Pisa al quale racconta le sue avventure che vengono così trasferite in un libro, I viaggi di Marco Polo, poi universalmente conosciuto come Il Milione. Pubblicato nel 1300 e già assai letto e celebre a quei tempi, il testo è il primo attendibile e completo resoconto dell’Oriente, nonostante è probabile sia stato infarcito di qualche elemento di fantasia. In ogni caso è il primo contributo alla reciproca conoscenza tra Asia e Europa. Purtroppo non ci è giunto il manoscritto autografo, ma il libro appare in innumerevoli versioni e traduzioni, nei codici quattrocenteschi col titolo Livre des merveilles du monde, anche se la dicitura più fedele alla versione originaria è considerata Le Devisement dou Monde scritta in lingua franco-veneta. Si tratta davvero di un capolavoro unico nella letteratura di viaggio, una sorta di enciclopedia geografica che ha consentito la conoscenza dell’Asia medievale e una fonte importante per la cartografia, come attesta perfettamente il Mappamondo del camaldolese Fra’ Mauro che si data a metà del XV secolo.

Il Mappamondo di Fra’ Mauro (1457-1459), manoscritto, pergamena su legno – Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia (Fotografia: pubblico dominio via Wikimedia)

Marco Polo ben esprime lo spirito veneziano del tempo. Non è un genio o un grande letterato, né un politico o un uomo d’armi, e la sua famiglia di commercianti non è tra le più importanti ma incarna quella visione mercantile, del viaggio, della scoperta e dell’incontro con altri mondi. Tant’è che già suo padre Niccolò e suo zio Matteo dal 1260 al 1269 si spingono all’interno dell’Asia fino a giungere alla corte di Kublai Khan, che li nomina emissari per stabilire rapporti con il Papa. Nel successivo viaggio che i due intraprendono portano con sé il diciassettenne Marco, lungo un itinerario di 24.000 chilometri durato ventiquattro anni, dal 1271 al 1295. Salpano da Venezia per il porto di Acri, in Terrasanta, e da lì muovono via terra verso est in un viaggio fatto di deviazioni per evitare banditi, pericoli e guerre. Raggiungono Baghdad e il porto persiano di Hormuz, quindi superano formidabili ostacoli come i monti del Pamir e il deserto di Taklamakan. Finalmente, dopo tre anni e mezzo, arrivano alla residenza estiva di Kublai, a Shangtu, a nord di Pechino.

Miniatura del XV secolo che ricostruisce il momento in cui Niccolò, Matteo e Marco Polo lasciano Venezia diretti alla corte di Kublai Khan. Ritornarono nella città natale dopo un quarto di secolo

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di Rossella Belluso – segretario generale della Società Geografica Italiana

Immagine in copertina: Giovanni Grevenbroeck, Marco Polo in Tartaria, dalla serie “Gli abiti de’ veneziani, di quasi ogni età”, volume I, 1754 ca. , acquerello su carta, 320 x 220 mm – Venezia, Biblioteca del Museo Correr  © Archivio Fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia

 

 

 

Autore

  • Rossella Belluso, PhD in geografia economica, è stata geografa presso il corso di Laurea in Scienze geografiche per l'ambiente e la salute della Facoltà di Lettere della Sapienza Università di Roma. Si è specializzata sui temi di ricerca inerenti la Geografia medica con speciale attenzione alla Geografia dell'alimentazione e a quella del Turismo eno-gastronomico. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici anche su prestigiose riviste internazionali sui temi della sostenibilità alimentare e sull...

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