È Caravaggio l’autore dell’Ecce Homo di Madrid?
La scoperta fatta a Madrid di un presunto dipinto di Caravaggio, l’Ecce Homo, ritirato lo sorso 8 aprile all’ultimo istante prima della vendita, per soli 1500 euro, da una piccola casa d’aste madrilena, la Ansorena, fa ancora discutere la critica. Sulla paternità di questo dipinto si sono espressi alcuni insigni storici dell’arte tra cui Maria Cristina Terzagni e Rossella Vodret. Inoltre un noto saggista, Massimo Pulini, ha già pubblicato un saggio in cui spiegherebbe le motivazioni che lo inducono ad assegnare il quadro al Merisi. Il dipinto di Madrid incuriosisce molto perché appare un’opera di un alto livello artistico e compositivo e mostra un pathos ed una drammaticità che ritroviamo spesso nelle opere di Caravaggio. La sovrapposizione dei piani è un’invenzione caravaggesca ma se si osservano attentamente tutte le opere del Merisi, cioè quelle che in tutta sicurezza sono di sua mano, si noterà una maggiore monumentalità e plasticità delle figure. Potrebbe allora trattarsi di un “tenebroso” che ammirava il suo stile replicandolo. Nondimeno il sacerdote in primo piano risulta troppo piatto e semplificato rispetto allo straordinario spessore delle espressioni caravaggesche. Pertanto l’Ecce Homo meriterebbe un accurato restauro affinché si possa comprendere meglio il suo schema compositivo e strutturale nonché il dato stilistico la cui leggibilità è inevitabilmente compromessa dal cattivo stato in cui versa attualmente.
Analogie col San Giovanni Battista della Galleria Borghese
Osservando attentamente il volto del giovane dalla bocca spalancata che sta posando il mantello rosso sulle spalle di Cristo, si riscontra un’ incredibile rassomiglianza con il volto del giovane San Giovanni Battista del dipinto conservato presso la Galleria Borghese di Roma. È questo un quadro che l’artista realizzò nel 1610 a Napoli e probabilmente portò a Roma nel tentativo di ottenere da Paolo V la grazia dalla condanna a morte per omicidio. Proprio questo dipinto si può accostare a quello di Madrid, in particolar modo a motivo delle evidenti analogie stilistiche. Ad esempio, le analogie dal punto di vista fisiognomico sono schiaccianti: noterete che entrambi i volti presentano la stessa forma tondeggiante e addirittura ci sono evidenti corrispondenze fra la forma dell’arcata sopraccigliare e del lobo delle orecchie sia del San Giovanni Battista che del giovane immerso nella penombra alle spalle del Cristo di Madrid. Un altro particolare da notare è sicuramente lo stesso taglio degli occhi e la medesima distanza tra bocca e naso. Infine, secondo la mia analisi, la forma della bocca appare simile. In entrambi i dipinti potrebbe allora aver posato lo stesso modello e questa potrebbe indurre a ipotizzare che il dipinto raffigurante l’Ecce Homo di Madrid sia stato dipinto a Napoli.
In attesa di un restauro e delle indagini diagnostiche
Inoltre un altro dettaglio stilistico potrebbe aiutarci a formulare una datazione più verosimile per il quadro di Madrid: mi riferisco allo stesso trattamento delle stoffe di entrambi i dipinti nei quali viene proposto lo stesso andamento delle pieghe nonché il medesimo colore rosso vivo che mostra una consistenza materica ed una tridimensionalità che solamente il genio lombardo poteva riprodurre nei suoi dipinti accentuando ancor di più il carattere drammatico delle scene attraverso questo particolare trattamento delle stoffe. L’Ecce Homo di Madrid appare di una forza sconvolgente ma prima di essere certi che si tratti di un Caravaggio autografo bisogna attendere il restauro che potrà mettere in luce la vera natura del quadro. Il restauro ma anche le indagini diagnostiche sono strumenti che ci consentono di capire la genesi dell’opera dai pentimenti piuttosto che dal ductus delle pennellate.
di Francesco Caracciolo – storico dell’arte