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Il male velato. Società medicina e culti

Il male cambia volti, metodi e contesti, senza mai essere eccessivamente vistoso e visibile… Insomma, il male si cela… è velato…

Di tutte le tematiche che uno scienziato sociale si può occupare, sicuramente il male è tra quelle meno attenzionate in assoluto perché come concetto è sempre stato considerato di appannaggio della teologia e della filosofia. Dunque, scrivere un saggio scientifico sottoposto a double blind peer review, è stato di un compito arduo perché arduo è l’oggetto di studio, pur ricorrendo all’approccio che più di ogni altro connota le attività di ricerca di  Davide Costa, ossia la transdisciplinarità tra le diverse sub discipline della sociologia come quella della medicina, della cultura, del male, dell’occulto, l’antropologia sociale e culturale, la criminologia e la psicoanalisi.

Doppio e trasformazione – Fotografia di Anna Rotundo

Ed è proprio partendo da tutte queste premesse che è nato il saggio Il male velato. Società medicina e culti scritto dallo studioso ed esperto di medical humanities Davide Costa, e edito dalla Tab edizioni di Roma inserito all’interno della collana Università. Quest’opera, però, sottende un’ipotesi di fondo: se il male è velato, cioè è capace di mimetizzarsi, allora è necessario adottare tutte le strategie per renderlo quanto più possibilmente visibile e identificabile, sebbene sia non eliminabile. Ma ciò potrebbe servire almeno ad attenuarne i suoi impatti e conseguenze.

Il saggio è pieno di peculiarità: innanzitutto a partire dalla copertina che racchiude il concept generale di questa opera ovvero la scelta di un colore neutro su un contrasto bianco, per sottolineare il fatto che il male si cela dietro veli culturali e sociali che garantiscono il “suo” operato nelle società. Un’altra peculiarità riguarda la ricchezza di citazioni bibliografiche internazionali spesso inedite nel panorama editoriale nazionale come: Political Ponerology: A Science on the Nature of Evil Adjusted for Political Purposes di Andrzej M. Łobaczewski in cui si parla della ponerologia ossia lo studio scientifico del male fondendo psicologia, psichiatria e scienze sociali; gli unici due tentativi di analisi da parte di due scienziati sociali con le loro rispettive monografie: Kurt H. Wolff e il suo saggio For a Sociology of Evil e Jeffrey C. Alexander e il suo Towards a Sociology of Evil, Stanley Cohen con Folk Devils and Moral Panics, e molte altre ancora.

Il piacere sta nel male – Fotografia di Anna Rotundo

Quest’opera, più nello specifico è organizzata in cinque capitoli. Nel primo capitolo si fornisce una definizione di male considerando anche prospettive psicologiche e ponerologiche. L’autore fa a tal proposito una serie di esempi concreti, parlando del male anche attraverso termini ad esso correlato come “malvagio” o “crudele”. Nel secondo capitolo l’autore analizza il male dal punto di vista sociologico, fornendo una delle pochissime e più accurate ricostruzioni dal punto di vista sociologico del concetto di male secondo diversi sociologi che hanno “lambito” questo tema. Nel terzo capitolo il male viene analizzato in uno degli ambiti di maggiore interesse di ricerca dell’autore ossia la sanità, mediante la proposta ed analisi di tre livelli di male: il male in medicina ossia la ricostruzione storica, antropologica e sociale del concetto di male fisico o dolore; il male dalla medicina ossia tutte le inefficienze causate dall’intervento sanitario nella vita quotidiana adottando l’approccio proposto da Ivan Illich nell’opera MedicalNemesis. The Expropriation of Health in relazione ai con­cetti di iatrogenesi, nemesi medica e medicalizzazione; e il terzo livello ossia la medicina del male inteso come lo studio dei casi in cui la medicina è stata usata per causare male e ciò è stato realizzato stu­diando uno dei massimi esponenti di questa dimensione ossia Josef Mengele, con un focus specifico sui suoi principali filoni di pseudoricerca.

Oltre – Fotografia di Anna Rotundo

Inoltre, il profilo personologico di questo medico definito come angelo della morte è stato adottato dalla criminologia come peculiare tipologia di serial killer noto anche healthcare serial killer o serial killer sanitari, di cui vengono descritti i tratti prin­cipali, tracciando una mappatura dei casi più celebri al livello internazionale, e analizzandoli anche sotto il profilo del concetto dell’uomo di fiducia, con un successivo tentativo di suggerire alcune ipotesi di health policy volte a contra­stare questo fenomeno. Il capitolo quarto rappresenta un vero unicum perché l’autore fornisce per la prima volta un’analisi sugli impatti che la credenza nel male soprannaturale ha nelle Vengono, inoltre, analizzati i demoni più conosciuti Asmodeo, Pazuzu, Valak e Lilith ma viene dato anche molto spazio ai metodi usati dalle società per liberarsi dal male soprannaturale come l’esorcismo, la caccia alle streghe.  Nel capitolo conclusivo l’autore dopo un lungo viaggio trascorso a togliere il velo per rendere il male visibile, si chiude con l’augurio che al male si possa sopravvivere, trasformando l’energia malefica in energia positiva per evitare di soccombere al male.

Autore

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