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Il Piccolo Principe illustrato da Fulvio Tornese

La storia del biondo abitante del pianeta B-612 – Il Piccolo Principe dell’intramontabile opera di Antoine De Saint-Exupéry – fa parte del bagaglio culturale della nostra società da oltre mezzo secolo. Sarebbero da considerarsi come estremamente rare le persone che, guardando all’iconica illustrazione del bambino dai capelli color del grano o leggendo le numerosissime citazioni estrapolate dal testo, potrebbero mostrare fatica nel comprendere i riferimenti al romanzo del pilota francese. Basti pensare che, nonostante siano passati più di ottanta anni dalla la sua prima pubblicazione, oggi l’opera rimane seconda solo alla Bibbia nella classifica dei testi più tradotti della tradizione scritta. La scelta della formula “bagaglio culturale” citata poc’anzi non giunge per caso, perché va intesa anche nel suo significato letterale: il bagaglio trasportato dal Piccolo Principe, come succede a ogni classico che si rispetti, si è espanso, ha assunto forma liquida, adattandosi ai contesti più disparati; ha viaggiato tanto, non solo nei paesi dei lettori che lo hanno conosciuto, anche e soprattutto nei loro animi.

Il Re

Quando Fulvio Tornese – autore delle illustrazioni del Piccolo Principe tradotto da Alberto Cristofori e edito da Icaro Edizioni (2024) – mi ha chiesto di presentare il suo lavoro, non ho potuto fare a meno di rimanere strabiliata dal racconto che mi ha regalato: si trattava di un altro viaggio stupendo e inaspettato, che ha permesso al Principe di Exupéry di crescere e cambiare forma ancora una volta.

Tutto è iniziato il giorno in cui Alberto Cristofori – celebre autore e traduttore italiano – si è trovato ad assistere alle opere dell’artista contemporaneo presso la Casa Museo Tadini di Milano e ne è rimasto colpito al punto da decidere che il pianeta figurativo del pittore si sarebbe allineato col suo, prettamente letterario. A incuriosirlo sono stati i solitari personaggi delle opere: immobili nelle posture, dinamici in molti dei loro connotati fisici (vestiti svolazzanti; capelli, simili a foglie/fiamme, costantemente mossi da un vento che scuote tutte le creazioni del pittore). I personaggi abitano spazi utopici, metafisici. L’unico tempo esistente, mobile, è quello dedicato alla riflessione che parte dal quadro e colpisce il vissuto dello spettatore. Cristofori non è solo scrittore e traduttore, dal 2017 ha dato vita a una casa editrice: la Albe Edizioni. Nel periodo in cui ha incontrato Tornese attraverso l’arte – era il 2019 – aveva in mente di dare vita a una collana di classici illustrati. Prima ha pensato di far illustrare all’artista delle tavole su La Ballata del Vecchio Marinaio di Coleridge, poi, quando per motivi burocratici il progetto non è più andato in porto, gli ha commissionato la realizzazione delle illustrazioni di un altro monumento letterario: Il Piccolo Principe.

Il geografo

Il destino conosce vie che, spesso, vanno intraprese senza interrogarsi tanto sulla meta finale. Questo senso di “serendipità” traspare, sgargiante, se si ha a che fare con Tornese: lui segue il susseguirsi degli eventi attraverso la sua arte, che tanto si nutre di tutte le forme di espressione (letteratura, musica, cinema etc.) e che, forse, vede come modo per riflettere e capire la vita, per contribuire alle riflessioni sulla nostra strana esistenza umana. Per cui, nel momento in cui Cristofori gli ha chiesto di partecipare al suo nuovo progetto, ha semplicemente scelto di provarci. La sua, infatti, non è una formazione da illustratore. Per poter realizzare le tavole sul Piccolo Principe ha deciso di traslare in digitale quella che è la sua espressività pittorica e materica, legata alle neoavanguardie del secondo novecento. Nelle sue opere si possono scorgere contaminazioni provenienti dalla Pop Art, dal Surrealismo e dal Fumetto. Proprio quest’ultimo, il fumetto, è molto presente nelle tavole dedicate all’opera di Exupéry. Nelle illustrazioni di Tornese i personaggi del romanzo assumono caratteri più maturi: le loro sembianze fisiche accompagnano il messaggio interpretato dall’artista nella sua personale lettura dell’opera. La lettura più matura del romanzo si rispecchia nelle fattezze del protagonista: Il Principe di Tornese non è un bambino, bensì un ragazzo, un giovane adulto. Il suo modo di vestire (cappotto volutamente largo, capelli più lunghi, foulard rosso), ricorda molto la moda seguita dagli studenti universitari che l’artista, in qualità di architetto impiegato per l’Università del Salento, ha incontrato quotidianamente nel corso della sua carriera.

Anche i paesaggi, più particolareggiati rispetto a quelli originali illustrati da Exupéry, riflettono spesso il senso di indefinitezza e straniamento che il protagonista prova nel progressivo allontanarsi dal suo pianeta. I territori desertici, lunari, sono molto cari al Tornese e si possono ammirare nelle sue tavole dedicate al Principe. Alla narrazione figurativa dell’artista salentino partecipa anche un altro elemento, una sua “vecchia conoscenza”: il vento. Il vento accompagna il Principe nel suo viaggio; gli scuote i capelli, i vestiti, lo spinge a combattere contro l’immobilismo dei pianeti che visita e che simboleggiano quello che non va nella società, ciò che andrebbe cambiato.

Il Re

Anche Fulvio si muove col vento e riflette su ogni luogo – metafisico e non – in cui si posa. Parlare del processo creativo che lo ha portato alle tavole finali mi ha fatto riflettere su una questione che oggi assume un’importanza fondamentale: cosa sia l’arte nel 2025, cosa facciano gli artisti nella società attuale, quanto mai dilaniata. Nelle nostre discussioni non mi ha mai fornito risposte certe, perché crede nell’assoluta libertà dell’arte e dell’interpretazione. Perciò, nel concludere la storia di come questa avventura è nata, provo a dare le coordinate del punto in cui è approdata. Lo faccio attraverso due immagini: la prima è la tavola finale del romanzo, con la figura rarefatta del Piccolo Principe e il suo corpo che sta scomparendo su uno sfondo notturno estremamente nitido; la seconda immagine è la tela di grandi dimensioni che lui ha donato all’Università del Salento, che è presente nella sede del Rettorato e che si chiama, guarda caso, “Il pianeta B- 612 ”.

Disvelamento. Il pianeta B612 – Rettorato dell’Università del Salento, Lecce

In questa grande tela vi è raffigurato un ragazzo di spalle, che guarda una città caotica e colorata, fatta di libri e edifici affastellati. Quel ragazzo è il Principe delle illustrazioni: stessi capelli biondi e disordinati, stesso zaino, stesso foulard rosso (anche il rosso, qui, non credo sia un caso).  Nella narrazione di Saint-Exupéry il Principe si fa mordere dal serpente per tornare al più presto nel suo amato pianeta. Nell’interpretazione di Fulvio, il protagonista dell’ultima tavola scompare per materializzarsi in quel grande quadro; per poter vivere tra i giovani nell’Università, posto in cui, come Architetto e artista, ha lavorato per tanti anni. Tutto questo per Fulvio Tornese è testimoniare l’inesauribile voglia di partecipare e essere presenti, come ieri in un romanzo scritto da un temerario pilota, oggi in una tavola illustrata da un pittore. E domani? Chissà.

di Marialucia Rocca

Immagine in copertina: 33 PP evanescente

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Fulvio Tornese nasce a Lecce dove frequenta il Liceo Artistico e ancora liceale completa la sua formazione artistica presso lo studio del pittore e grafico Giancarlo Moscara. In seguito consegue la laurea in Architettura all’Università degli Studi di Firenze. Ha Lavorato presso l’Università del Salento per la quale ha realizzato svariati progetti per l’allestimento di biblioteche e musei e per le mostre d’arte dell’Ateneo. L’intensa attività progettuale, si accompagna a una incessante ricerca artistica che, sin dall’inizio lo vede presente nello scenario artistico contemporaneo. L’attività di pittore prosegue in maniera costante, sin dagli esordi con riferimenti formali rintracciabili nel Novecento Italiano, nella Pop Art, nel fumetto, che danno vita a Paesaggi Urbani, a frammenti di città immaginarie abitate da figure solitarie. Le sue opere, sono realizzate con tecniche tradizionali su supporti quali tela, carta e tavola con dimensioni che vanno dalle monumentali Pale d’Altare fino ai piccoli formati e acquerelli; negli ultimi anni parte della ricerca si è orientata anche verso la pittura digitale. La produzione di multipli viene anche realizzata e stampata a tiratura limitata. Dal 1984 espone i suoi lavori in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 2005 aderisce al progetto “13 x 17” voluto tra gli altri da Philippe Daverio e Jean Blanchaert. Nel 2015 riceve il premio arte nell’ambito di “EXPO Milano Food” mostra presso Casa Museo Spazio Tadini. Tra le mostre più importanti si annoverano le personali presso l’Ambasciata d’Italia in Kuwait nel 2007; quella a Barcellona curata da Marcela Jardon nel 2009; quella a Pechino nel 2011 organizzata da Tartaglia Arte di Roma e Fucina Associazione Italo-Cinese presso Italy Point all’interno del Today Art Museum ; quella di Roma nel 2013 nei locali del Casc della Banca d’Italia curata da Riccardo Tartaglia; nel 2014 l’esposizione site-specific di “libri d’artista” a Firenze nella Libreria dei lettori del Teatro La Pergola. Nel 2015 a Milano a “Casa Museo Spazio Tadini” la personale a cura di Melina Scalise dove in seguito, nel 2018, presenta la nuova serie di opere “I bianchi”. Nello stesso anno per conto di Tartaglia Arte in Brasile, con l’Istituto Italiano di Cultura Italiana a Rio De Janeiro partecipa ad una esposizione presso il Centro Cultural Correrios, mostra itinerante che l’anno seguente viene esposta al Museum Nacional Correrios di Brasilia. Nel maggio 2019 espone presso l’Espace7 Gallery di Parigi con la cura di Chantal Lora direttrice di Monteoliveto Gallery di Nizza. Nel 2022 l’Amministrazione Comunale di Lecce gli dedica la personale “ Cacciatori di Orizzonti “curata da Melina Scalise presso il Must Museo storico della citta. Nello stesso anno alcune sue opere sono utilizzate come scenografia per la casa di produzione cinematografica “Groenlandia”. Nel 2023 L’Università del Salento acquisisce una sua grande opera per la sede del Rettorato al Ex Convento del Carmine in Piazza Tancredi a Lecce. Nel 2024 con l’Opera “Voyager” si aggiudica il primo premio al “Salamander International Art Prize” organizzato dalla Fondazione Valenzi di Napoli . Nel 2024 realizza la Pala Dantesca “Librato” per l’Accademico Prof. Rosario Coluccia, opera che fa parte della raccolta presente nelle sale dell’Accademia della Crusca alla Villa Medicea di Castello (Firenze). Nel 2024 realizza le illustrazioni del libro “Il Piccolo Principe” con la traduzione di Alberto Cristofori. Il volume è pubblicato da Icaro Edizioni. Inoltre fin dal 2013 è “Artista Residente” di Monteoliveto Gallery di Nizza con la quale ha esposto nei più importanti Saloni e Fiere Internazionali di Arte Contemporanea di Francia e d’Europa quali Strasburgo, Nizza, Lussemburgo, Parigi, Lione, Bordeaux, Mulhouse, Aix en Provence, Principato di Monaco, San Sebastian, Amsterdam, Stoccolma, Gand, Losanna e Londra. È presente con le sue opere in musei, collezioni pubbliche e private. Vive e lavora a Lecce.

Fulvio Tornese accanto all’Angelo

Autore

  • Marialucia Rocca vive a Nardò, in provincia di Lecce, con il suo compagno e una labrador nera. Ha studiato beni culturali e storia dell’arte. Le piace scrivere di arte, storia e antropologia. Crede vivamente nel potere salvifico delle storie, che custodisce e tramanda nella speranza che trovino qualcuno che aveva proprio bisogno di conoscerle.

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