Sullo sfondo di un anno in cui il MAN – Museo Archeologico Nazionale di Nuoro ha dedicato al dialogo fra arte e architettura, dopo l’omaggio alla scalinata di Odessa e ai workshop con le università di architettura di Cagliari, Alghero e Palermo, prende forma ora un progetto inedito studiato appositamente per gli spazi del museo. La mostra “Il Resto dell’Alba”, visitabile fino al prossimo 3 marzo 2024, nasce da un confronto teorico fra l’artista Patrick Tuttofuoco, la curatrice museografa Maddalena d’Alfonso e l’architetto Giovanni de Niederhäusern, vicepresidente di Pininfarina Architettura. Il Resto dell’Alba è un’opera avvolgente che interpreta la nuova frontiera del virtuale dando un corpo fisico all’ipertecnologia del digitale.
Lo spazio dell’arte, infatti, è visto come un luogo esperienziale generato con strumenti di prototipazione virtuale, dove spazio e pubblico si integrano e si attivano a vicenda, traguardando il tempo dell’arte: da una parte quello storico, passato, rappresentato idealmente da una scultura nuragica, con tutto il suo portato mitico e assoluto insieme, come segno eterno di una presenza iconica delle nostre origini, “da dove veniamo”, il nostro retaggio arcaico; dall’altra parte, quello del futuro, digitale, il “dove andiamo” simbolizzato dall’immaginario incorporeo e aurorale della luce epifanica di un sole doppio, una prospettiva e, al contempo, una nuova genesi, ispirata alla classica iconografia del sole nascente, di matrice anarchica, speranza di un avvenire radioso, allegoria di una rigenerazione e di un nuovo senso dell’abitare dell’uomo sulla terra, così come teorizzato da Jean-Jacques Rousseau, Bruno Taut o Martin Heidegger. Tutto questo sta alla base di una forma progettuale potente e utopica, un’opera attraversabile in un viaggio allegorico, dove l’esperienza si sublima nella dimensione del simbolo.
L’ambiente progettato con strumenti di design parametrico di tipo generativo è interamente realizzato in alluminio tagliato con una tecnica denominata mesh clustering, per ottimizzare l’uso del materiale, la realizzazione a controllo numerico e l’assemblaggio a secco. Questo consentirà, a fine mostra, di disallestire l’opera e riutilizzare il materiale nella filiera del riciclo. Il sole doppio è una forma-oggetto composta dalla sfera incipiente e dal suo doppio, che è anche un’ombra luminosa, un inconcepibile cortocircuito sulla questione della fonte della luce e del calore.
La mostra, nel dialogo tra arte, architettura e museografia, propone al pubblico un’esperienza personale, in cui la dilatazione del momento dell’alba cristallizza uno stato di attesa, un tempo sospeso e pone l’osservatore di fronte a quesiti su un futuro sempre più innaturale ma nell’ottica di una reciprocità virtuosa fra natura e tecnologia. Fra passato e futuro, il visitatore incarna il presente. Il paesaggio museografico desunto dall’immaginario digitale del metaverso, fa percepire il fascino del disagio di essere troppo vicini al sole. Una sensazione che genera la riflessione su grandi temi comuni e attuali, da affrontare con urgenza sempre maggiore: dai più evidenti, relativi al cambiamento climatico, a quelli di ricerca sul design di supporto alla riduzione degli sprechi e sulle materie prime.
Il MAN promuove con questa mostra una condivisione su argomenti fondamentali, dalle questioni della sostenibilità sociale a quelle dell’inclusione, attraverso la coesistenza di arte, artificio e umano in un luogo aurorale. E pone al pubblico domande importanti: quale intricata relazione si sta instaurando tra la nostra esistenza nel mondo digitale e la presenza fisica? Che luoghi e spazi pensare per l’inclusività e per sensibilizzare su problematiche contingenti per la costruzione del futuro?
Pininfarina Architecture – Icona globale dello stile italiano, Pininfarina è nota per la sua impareggiabile abilità nel creare opere senza tempo, basate sui suoi valori di Tecnologia e Bellezza. Fondata in Italia nel 1930, Pininfarina ha oggi uffici in tutto il mondo, con un ambito progettuale che include trasporti, design industriale, architettura/interni e design automobilistico. I progetti più recenti di Pininfarina della divisione Architettura abbracciano località geografiche come la Turchia (la Nuova Torre di Controllo dell’aeroporto di Istanbul), gli Stati Uniti (il condominio di lusso 1100 Millecento a Miami), il Brasile (Cyrela, Vitra e Yachthouse, e le torri gemelle di Balneario Camboriu), l’Italia (Juventus Stadium a Torino, The New Stauffer Center for Strings a Cremona, Urban Lounge a Milano). Pininfarina Architettura ha inoltre vinto numerosi premi internazionali di architettura, di recente il Green Good Design Award 2022 per Urban Lounge, l’American Architecture Award 2020 con Yachthouse, l’International Architecture Award 2020 per Sixty6 e il Red Dot Award 2019 per il City of Miami Bus Shelter Designs. Con sedi a Torino, Milano,. Miami, New York e Shanghi, Pininfarina Architecture lavora con un team di 80 professionisti formati presso le più importanti istituzioni accademiche e centri di ricerca del mondo e con background multidisciplinari tra cui architettura, ingegneria, scienze sociali e interaction design, legati tra loro attraverso le esperienze professionali.
Project team: Giovanni de Niederhausern, Gianni Giuffrida, Simona Penna, Marco Caprani, Giuseppe Conti, Alessandro Mimiola, Silvia Sereno Regis, Giacomo Andreolli.
Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974) – Vive e lavora a Milano. Il lavoro artistico di Patrick Tuttofuoco è concepito come un dialogo tra individui e la loro abilità a trasformare l’ambiente che abitano, esplorando nozioni di comunità ed integrazione sociale al fine di combinare l’immediata attrazione sensoriale con il potere di innescare profonde risposte teoriche.
Tuttofuoco mescola Modernismo e Pop; egli spinge il figurativo nell’astratto, usando l’uomo come paradigma dell’esistenza, come la matrice e l’unità di misura della realtà. Da questo processo interpretativo e cognitivo, vengono prodotte infinite versioni dell’uomo e del contesto della sua esistenza, dalle quali vengono generate forme in grado di animare le sculture. Patrick Tuttofuoco ha partecipato alla 50° Biennale di Venezia (2003), a Manifesta 5 (2004), alla 6° Biennale di Shanghai (2006) e alla 10° Biennale di Havana (2009). I suoi lavori sono stati esibiti in diverse istituzioni come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, (Torino 2006), il Künstlerhaus Bethanien, Berlino (2008) e Casa Italia, Pyeongchang (2018). Nel 2017 è stato selezionato dal Consiglio italiano grazie al progetto ZERO presentato a Rimini, Berlino e Bologna (2018).