Un modo originale per condividere le “matite”
Quanti tipi di arte condivisa esistono? Lo scambio inter-museale di opere, la donazione di collezioni private ad associazioni ed enti pubblici, una collettiva o una pubblicazione, un concerto, una rappresentazione teatrale… oggi anche l’apertura di uno spazio virtuale o un acceso dibattito sui social, potrebbe essere la risposta. L’arte è condivisione! Da qualche tempo per me questo concetto si è arricchito assumendo un nuovo significato: la risultante di un gruppo di artisti, tutti protagonisti, che da vissuti differenti confluiscono in un unicum. Questo tipo di condivisione, che nasce da percorsi di conoscenze diverse e applicazioni costantemente in divenire, sostenute dalla passione e dalle curiosità individuali, anima una particolare esperienza artistica. Tutto nasce qualche anno fa, in occasione di una manifestazione internazionale di “Autori Diari di Viaggio” svoltasi a Ferrara. Durante la cena conviviale si apre uno stuzzicante dialogo empatico. Eccitante osservare come la voglia di interagire artisticamente intrighi la maggior parte di noi che nonostante la provenienza da continenti diversi parliamo la stessa lingua: quella del disegno! Ci ritraiamo reciprocamente e scambiandoci di posto abbozziamo le diverse prospettive ambientali sul nostro taccuino, sui tovaglioli sparsi per il tavolo o sulla tovaglia stessa, annotando sensazioni, frasi, nomi, provenienze e date per fissare il momento. Gli stati d’animo scorrono fluidi tra i commensali, quaranta circa, lungo un unico tavolo a ferro di cavallo che unisce tutti. Che bellezza!
Lo scambio dei carnet
La stessa esperienza la vivo a Mestre e a Torino, capisco che l’incontro di persone con la stessa passione artistica – grafica, musicale o letteraria che sia -, unisce eliminando diversità di provenienza, età, razza, lingua e cultura! La voglia di continuare ed approfondire questa splendida sensazione, supera le barriere spazio-temporali. Non aspettiamo il prossimo evento e si crea, tra i miei contatti, un gruppo. Si decide quindi che ogni componente costruisca un “leporello” (la tipica striscia di carta ripiegata a fisarmonica) composto da tante facciate per quanti sono i partecipanti, e scelga un tema. Quindi, stabilita una sequenza di spedizione, lo invia all’autore successivo il quale lo integra con la propria parte per poi trasmetterlo a sua volta al successivo fino al completamento dell’intero circuito. Il risultato è al di sopra delle nostre aspettative! Lo scambio dei carnet, e l’interpretazione personale di ognuno di noi del tema suggerito, è come un fiume alimentato dai suoi affluenti, e questa “produzione artistica” creata dalla interpretazione, dalla circolazione e dall’interscambio di immagini e parole fornisce i suoi frutti: nasce il “Taccuino Itinerante”. In questo caso abbiamo proposto quattro tematiche, quanti siamo i componenti in forza all’attuale gruppo. Ecco, di seguito, quattro unicum di taccuini itineranti, tutti con il contributo di ognuno di noi. In questo periodo fortemente critico per la conduzione dei rapporti interpersonali, siamo riusciti così a superare ogni tipo di barriera fisica ed intellettuale creando un circuito di interazione artistica che a ritmo di incontri periodici “live” ha mantenuto quel rapporto di condivisione di un progetto in itinere.
“Il mare”. Tema proposto da Ilaria Petrussa
Viaggio in Busbonia. Tema proposto da Emiliano Gasbarrone
“Il confine”. Tema proposto da Marco Rossignoli
“La prigione dorata”. Tema proposto da Catia Sardella
Testo di Catia Sardella – https://arteallalloro.blogspot.com/
Disegni di: Emiliano Gasbarrone; Ilaria Petrussa; Marco Rossignoli; Catia Sardella