Iniziamo dal titolo: La Bellezza salverà il mondo. La bellezza è una condizione, è uno stato di grazia: non è più sufficiente contemplare la bellezza nelle cose in sé ma i nostri tempi richiedono uno sguardo che si posa sulle cose ed attua una vera e propria trasfigurazione.
Il racconto di queste 20 donne – protagoniste di questo libro di recente pubblicazione – ci rivela il dato comune a tutte: la capacità creativa di vedere oltre la realtà, rafforzando in noi la consapevolezza di un futuro possibile. Sono donne di successo e le loro opere hanno avuto riconoscimenti, premi, sono donne affermate; ma l’elemento più importante che le accomuna è proprio la capacità trasfigurativa ed è questo che bambini e bambine devono imparare a fare, deve essere una condizione diffusa, appartenere a tutti. “Fate della vostra vita un capolavoro”, dice il Papa ai giovani. Che non vuol dire siate perfetti, nessuna vita lo è, ma fate una cosa meravigliosa così come può essere meravigliosa La Maddalena Penitente di Donatello. Anche se non possiamo definirla bella, né elegante, né rassicurante, essa è espressione di una condizione di perdita, di rinuncia, di sofferenza, di privazione, e, nelle mani che si accostano senza sfiorarsi, esprime quella tensione emotiva che attraversa tutta l’arte occidentale.
Ritorniamo al libro. Tutte le venti storie raccontano invenzioni, opere, gesti che riguardano gli scarti. Ed è un crescendo: si va dagli scarti domestici agli scarti industriali, dalle cose più minute, la carta di caramelle ad esempio, i bottoni, alle plastiche di tutti i tipi; in definitiva si reinventa un mondo con quello che abbiamo intorno nella vita di tutti i giorni. Le storie poi riguardano anche gli scarti umani: le donne che stanno nelle carceri, gli ultimi della terra del Brasile: dall’oggetto si passa alla persona e al coinvolgimento e alla responsabilità di donne che si prendono cura di altre donne e uomini che versano in una condizione di disagio esistenziale. È questa la meraviglia: attenzione e cura dell’ambiente intorno, nella sua interezza, perché non può esserci bellezza nel degrado individuale e collettivo. Credo che il libro voglia trasmettere alle generazioni future, ai propri figli, alle proprie bambine e bambini, la necessità di prendere in carico il contesto così com’è e considerarlo una seconda natura, da reinventare. Una condizione di ripartenza.
La mia generazione è cresciuta in un ambito familiare in cui lo scarto era risorsa: non si buttava via niente, perché poteva tornare utile. I nostri giochi erano soprattutto fatti di scarti: il pezzetto di tessuto rimasto, i ritagli di carta, la scatola di latta dei bottoni delle zie, era il mondo a colori concentrato in quelle forme. I pezzettini di oggetti d’uso quotidiano diventavano altri oggetti: case, stanze, arredi, cibi, vestiti, venivano trasfigurati attraverso il gioco in altro e, al tempo stesso, si prefigurava un contesto diverso. Tutto è avvenuto in continuità, per secoli: gli stessi materiali venivano plasmati, utilizzati e riutilizzati fino alla completa usura. Pensiamo al mosaico. Probabilmente il primo mosaico, in età ellenistica, è stato realizzato proprio qui in Calabria, un draghetto ritrovato negli scavi di Kaulon: è fatto con tondi in terracotta (i fondi di vasi rotti), pezzetti di mattoni, di pietra di vari colori e consistenza.
Saltando secoli, Gaudì, nelle sue architetture ha iniziato a utilizzare gli scarti delle ceramiche catalane e poi le botteghe hanno prodotto ceramiche solo per le sue opere. Riutilizzare gli scarti faceva parte dell’ordine delle cose. “Da cosa nasce cosa”, diceva Bruno Munari, e non solo nell’ideazione ma anche nella realizzazione. Oggi i giochi diventano presto spazzatura e, spesso, nella forma peggiore: indifferenziata, senza possibilità di riciclo. La capacità di prefigurare altre realtà è prerogativa dei profeti, degli artisti e dei bambini. Un libro, che offre esempi che ciò sia ancora possibile, è prezioso. È compito di noi adulti, sebbene disincantati e svogliati, incoraggiare i nostri ragazzi a vedere oltre la notte.
di Giuliana De Fazio – architetto
Immagine di copertina: illustrazione di Anna Fabrizi (dal libro La Bellezza salverà il mondo. Venti storie di donne ecocreative per un futuro sostenibile – Navarra editore)