Leggere ci fa volare, afferma più di qualcuno. Sarà forse su questa metafora che poggia il concept alla base della biblioteca del Kadokawa Culture Museum di Tokyo.
È risaputo che, nella terra dei sakura, tradizione e modernità vanno da tempo a braccetto. Questo capolavoro dell’architettura, connubio perfetto tra materiali naturali come il legno, la visionarietà dello Studio Ghibli e la passione per il minimalismo di linee e forme, ne è una ulteriore testimonianza.
Frutto del genio visionario dell’architetto giapponese Kengo Kuma, questa biblioteca ospita un numero sterminato di scaffali che paiono fluttuare insieme ai libri che ospitano. Entrare in questo luogo vuol dire trovarsi circondati da pareti immense cariche di libri che paiono sfidare la gravità. Farsi prendere da un leggero senso di vertigine è un piacevole rischio da mettere in conto. Tutto normale quando si ha la sensazione di essere sollevati e fluttuare tra i libri e le mille storie che contengono al loro interno.
Questo enorme contenitore di sapere, non si limita a custodire oltre 50.000 volumi, ma si propone anche come HUB urbano, crocevia di incontri, progetti ed iniziative a carattere culturale messi a disposizione dell’enorme megalopoli, sempre più vicina a diventare quanto prefigurato decenni fa dal genio visionario di Katsuhiro Ōtomo nel suo indimenticabile e pionieristico Akira.
Il tenue color miele che predomina in tutti gli ambienti della biblioteca, invoglia ad inoltrarsi e perdersi tra le torri fluttuanti strabordanti di libri alla scoperta di chissà quale gioiello. Giappone: terra dove il sole si leva, terra di ciliegi e terra di biblioteche.