Le ricerche tridimensionali di Franco Paletta
Da tempo si avverte una certa stanchezza nei confronti della scrittura analitica, metodologica, rapportata all’estetica e ai contenuti di opere di artisti contemporanei. Ma giunge ora in soccorso la ricerca ragionata di suadente caratura poetica di Franco Paletta, talentuoso sperimentatore sia area plastica che pittorica. Il corpus delle ricerche tridimensionali è inedito sia sul piano del messaggio estetico, sia della profondità del contenuto. Si tratta di un mirabile ciclo di lavori in acciaio colorato dai riflessi vibranti, talentuose evocazioni del corpo umano in chiave astratta; allusioni riconducibili al linguaggio delle linee-forza di matrice Futurista, per altro chiaramente confermata dalle titolazioni.
Artista concettuale
Garbato artista di area Concettuale, Franco Paletta invita l’osservatore a superare la soglia dell’apparenza, a travalicare la forma astratta che appare a un primo sguardo, per approdare alla pura leggerezza del territorio del silenzio, dove l’Invisibile diviene Visibile. È un’occasione spirituale in cui l’autore rivela la luce silenziosa di una Presenza e di un Vuoto luminescente, che incornicia un Infinito fuori dal tempo e dalla storia. Se Franco Paletta è filosofo del Vuoto come presenza percepibile dell’Invisibile, quando affronta la materia pittorica diventa poeta. Anche in questo caso avverte la necessità di espandersi oltre il supporto, ma non gli è consentito. Allora concepisce un nuovo equilibrio creativo tra estetica e progettualità rivelando uno spazio ferito, che – facciamo ben attenzione – nulla ha da spartire con le lacerazioni di Lucio Fontana.
Melodie estetiche
Nelle sue pagine monocromatiche atonali la stesura del colore trasmette sonorità. È dunque esecutore di melodie estetiche, concertate tramite l’ineludibile concretezza della materia. Franco Paletta ha scritto un testo dedicato alla sua ricerca, pittorica definendola Astrazione Immateriale. Si tratta di un’analisi di carattere filosofico, e nel contempo l’esternazione di un’interiorità che aspira alla purezza. È del tutto condivisibile in quanto annuncia come un filosofo possa addivenire alla poesia tramite la voce del colore.
Paolo Levi – storico e critico d’arte