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Let’s fly again. Gli scatti fotografici di Samo Vidic per spingerci sempre un poco oltre

È tempo di vivere. E la fotografia ci aiuta a farlo meglio. I fotografi sono i nostri occhi sul mondo. Loro, come gli artisti, gli scrittori e i teatranti sono voci appassionate, ci informano, ci ispirano, ci stupiscono, mettono il nostro mondo nel più ampio contesto della storia. Le corde di un grande fotografo non sono mai stonate. È per questo motivo che abbiamo bisogno di fotografi. Sono loro che suddividono tutto il caos del mondo in immagini che portano chiarezza alla vita per tutti. Sono i testimoni e gli artisti che possono distillare il caos e la bellezza che ci circonda. Richiamano la nostra attenzione alle cose che ci mancano nella vita di tutti i giorni e richiamano il nostro interesse sugli eventi e sulle persone a grande distanza dal nostro spazio, nell’universo. Quando dirigono i nostri occhi e cuori con precisione e onestà, sappiamo ciò che sappiamo in modo diverso e migliore. I fotografi ci insegnano a guardare di nuovo, a guardare di più.

Giorgio Zavos performs in Athens, Greece on 9th of September 2013

Anche Samo Vidic ci insegna a guardare più a fondo e un po’ oltre. Let’s fly again è un tuffo nel pieno ritmo del tempo di vivere. È un inno alla libertà, alla capacità di superare gli ostacoli. Incentrata sul volo, sul salto, sullo spingersi sempre un poco oltre e sul buttare il cuore oltre l’ostacolo. Attraverso queste fotografie si sperimenta la libertà, la possibilità di superare limiti e ostacoli, si può volare, metaforicamente e fisicamente. Samo Vidic, in ognuna di queste fotografie, svela un’attenta ricerca della prospettiva, enfatizzazione delle sagome e delle forme, ricerca di giochi di luce, creazione di ampie gamme tonali. L’utilizzo di tavolozze di colori specifici o ridotti, evidenzia un minuzioso lavoro di composizione e aumenta la carica emotiva delle fotografie. Ogni soggetto sembra ricordargli un sentimento, e lo esprime visivamente. In ognuna delle fotografie di Let’s fly again avviene una “malia” in chi le osserva: coglie una corrispondenza, una sorta di equivalenza con qualcosa che riconosce di sé stesso. Esattamente due dei tre livelli di cui parla Minor White per la fotografia: quello visuale e il farsi specchio. Ma Samo Vidic riesce a far abitare le sue fotografie, in qualche modo, anche nel terzo livello di cui parla Minor White: a seconda delle inclinazioni di chi osserva sono “metafora” visiva, entro la quale trovare una equivalenza con il proprio vissuto personale.

Guardare veramente le fotografie di Let’s fly again è come tuffarsi davvero nelle profondità, è come volare contro il cielo: non possono essere semplicemente guardate, ma vanno sentite. Perché vanno al di là di sé stesse ed anche al di là dello sport in questione. Penso per esempio alla fotografia “Jorge Ferzuli of Mexico dives from the 26.8 metre platform”: Samo Vidic elimina un elemento importante dall’immagine: la superficie del mare. Stringe, nella scelta del formato, il nostro sguardo. Isolato contro il cielo bianco e coperto, il corpo  si libra e cade, verso ciò che chiunque può e vuole indovinare. Anche la presentazione della fotografia in formato verticale sembra ostacolare lo sforzo dello spettatore di rilevare un’attrazione gravitazionale e, al tempo stesso, gli facilita l’immaginazione e la percezione di questa attrazione. Sospesa nell’aria, accanto al volo di un uccello, la figura incarna come l’atto della caduta possa essere sia libertà che pericolo, sia paura che gioia. Possiamo persino immaginare il paesaggio sonoro di questa fotografia.

Ljubljana, 17.3.2018: Darko Djuric of Slovenia seen during the practice for European Championship. Born with one leg only due to a genetic disorder and abandoned by his birthparents at birth, he has fought the odds all his life, never letting his disabilities hinder him in any way. A true sportsman and European champion 50m freestyle S4 in 2018. Ljubljana, Slovenia on March 17, 2018

Secondo Aaron Siskind «vediamo a seconda dell’educazione che abbiamo ricevuto. Cioè nel mondo vediamo solo ciò che abbiamo imparato a credere il mondo contenga. Siamo stati condizionati ad “aspettarci” di vedere». Altrettanto pensa che, invece, i fotografi debbano imparare a vedere senza preconcetti. Samo Vidic lo fa. Provando a contenere nel mondo, come nelle gesta di un atleta, qualcosa che va ben oltre la prestazione e che riguarda la vita. Tutta. Con le sue vittorie e le sue sconfitte, con le sue paure e le sue gioie, con le sue difficoltà e i suoi traguardi, con le sue razionalità e i suoi inevitabili tuffi anche negli abissi. Let’s fly again ci insegna a guardare di nuovo e meglio, a scoprire anche con sguardo nuovo gli atleti con disabilità che sfidano i propri limiti per eccellere negli sport che amano. Ci consente di trovare una corrispondenza tra le gesta atletiche di voli, salti, tuffi e ciò che è per noi, nel nostro vissuto personale, ogni possibile trampolino di lancio, reale o metaforico. È anche qui il valore della fotografia sportiva, nel suo avere un’idea del mondo e degli uomini, nel suo saper trascendere lo sport e parlarci di vita. Che riguarda tutti, senza distinzioni di bravura o meno, che concerne l’eguaglianza, la solidarietà, lo sforzo, il coraggio, l’accettazione del limite. Che non è mai una sconfitta ma il punto da cui partire per migliorare e rafforzarsi sempre di più.

Felipe Nunes

Testo di Federicapaola Capecchi – Fotografie di Samo Vidic

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