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Il 31 ottobre chiude la mostra “Max Marra. Corpi di Materia e di cielo”

La Fondazione Banca di Montepaone comunica la chiusura, per il 31 ottobre 2024, della mostra “Max Marra. Corpi di Materia e di cielo”, allestita negli spazi della filiale di Catanzaro, curata da Teodolinda Coltellaro e realizzata nell’ambito  delle iniziative  previste dal Progetto ArtCube, spazio per la Cultura.

Max Marra, Duna d’Oriente, cm 71,6x134x10 tm su tela

“Il connubio tra arte e luogo di lavoro è  perfettamente riuscito; ne è conferma  anche questa mostra che chiude la stagione espositiva con  un ampio  riscontro di pubblico, con la qualità delle scelte operate, amplificata dalle espressioni creative del maestro Marra che, attraverso le sue opere, ha permesso un  ulteriore momento di riflessione sui  linguaggi artistici contemporanei”. Così si è espresso il presidente della Fondazione, avv. Giovanni Caridi.

Da sinistra: Giovanni Caridi, Teodolinda Coltellaro, Max Marra

Le opere  esposte  delineano lo straordinario viaggio creativo compiuto dall’artista, ripercorrendone per tappe esemplari le diverse fasi evolutive della sua ricerca. La mostra ben traduce la direzione del suo operare, in cui la materia è  protagonista del processo creativo. Il suo  snodarsi  espositivo  permette di  cogliere i  sofferti  corpo a corpo con  la materia, con la natura organica dei materiali,  per giungere  alla creazione dell’opera. Il suo è un  continuo interrogarsi sul senso più profondo dell’esistenza, in un itinerario esplorativo denso di valori spirituali, attraverso  cui  cerca nella  materia, nella sua tormentata  densità evocativa, i suoi cieli.

L’artista Max Marra

La curatrice della mostra, Teodolinda Coltellaro, sottolinea come “ogni opera è una preziosa partitura  di motivi ritmici,  musicali; di valori poetici che si incorporano  di materia, che diventano essi stessi materia, sublimata nella liricità profonda di un canto.  I suoi bianchi sono sempre più  attraversati da segni  delicati, da disegni, armonie di scritture che, attraverso la corporeità visiva dell’opera,  definiscono raffinati accordi formali, mutevoli tessiture monocrome, portati di energia luminosa e per cui  ogni opera  è un cosmos  impastato di cielo”.

Max Marra, Cieli di Cosmos, cm 61x61x8 tm su tela

Immagine in copertina: Max Marra, Cosmos blu, cm 35x43x8 tm su cuoio

Autore

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