Danio Migliore, con Mater Matuta, espone allo Spazio Kryptos in Porta Venezia a Milano. La personale, curata da Vera Agosti, è visitabile fino 15 aprile 2022. Il titolo allude alla dea romana dell’aurora, protettrice delle partorienti, una divinità archetipica, a cui l’artista si ispira nella sua ricerca e a cui aveva dedicato una poesia nel 2017, per la nonna materna venuta a mancare. Tornano anche altri idoli, quali per esempio la dea cartaginese Tanit, l’egizia Hathor, la celebre Venere di Willendorf del Paleolitico e l’idoletto femminile “a violino”, risalente al terzo millennio avanti Cristo. Tutti sono contraddistinti dalla maternità, la fertilità e la prosperità, a cui Migliore guarda con rispetto e attenzione e che artisticamente rappresenta per indagare nel profondo l’universo femminile. Il pittore spiega come nel 2018 abbia scoperto casualmente un’affinità tra un suo disegno di una Mater Matuta o donna chitarra dal ventre gravido e tondo con una scultura a violino del Museo Whitaker sull’isola di Mozia: probabilmente l’archetipo aveva agito sul suo inconscio.
Nel 2019 ha pubblicato la sua tesi di laurea, che diventa il volume Attraverso i confini del tempo e dello spazio. Saggio sulle forme archetipe, pubblicato da Mimesis Edizioni. Si tratta di un affascinante viaggio letterario e filosofico che riassume le tesi di Johann Wolfgang Goethe e la sua lettura fenomenologica del mondo, nonché gli studi di Rudolf Steiner, Carl Gustav Jung e molti altri con uno stile chiaro, sintetico e piacevole. Non mancano i riferimenti alla filosofia antica con Eraclito, Platone e Aristotele e al mondo orientale. Lo scopo è ripercorrere i principi creativi che stanno alla base dei processi formativi e del loro dispiegarsi nel tempo e nello spazio. Il libro è correlato da alcune foto, opere dei lavori dell’artista che sono la naturale evoluzione creativa del suo pensiero.
La svolta nella sua ricerca artistica e filosofica è stata la visita alla Grotta del Genovese a Levanzo, nell’arcipelago delle Egadi, una sorta di percorso epifanico all’interno di uno stretto corridoio che si apre su una caverna oscura. Il luogo può ricordare il collo e la forma curva di un utero. Alle pareti, visibili solo con le torce o l’illuminazione artificiale, dipinti a carbone degli uomini primitivi con raffigurazioni antropomorfe degli antenati ancestrali, anche in gruppi di famiglie, animali e piccoli idoli risalenti a 12-13 mila anni fa.
Per Migliore, gli archetipi sono quelle forze creative dalle quali tutto ha origine e alle quali tutto farebbe ritorno per attingere sempre nuova ispirazione. È un ciclo incessante di vita-morte e rinascita. In mostra, ecco allora le sue figure archetipe femminili, che devono tanto alle antiche divinità e all’essenza del femminino. Ci sono simboli ricorrenti: il melograno, il disco solare, la mandorla mistica, il seno che si trasforma nello spermatozoo originario… Le immagini sono figurative, ma assolutamente stilizzate, spesso dei colori della terra o della sacralità dell’oro. Si possono scorgere suggestioni formali dell’arte africana, di cui Migliore è un piccolo collezionista. Il collage di materiali differenti, come tela di opere precedenti che trovano nuova vita, pelli o stoffe, dona volume e dinamismo alle composizioni. La metamorfosi, centrale nella riflessione speculativa, torna nel continuo rimaneggiare taluni dipinti, come certi archetipi, quelli non emblematici e immutabili, che sono in costante divenire. L’utilizzo di tessuti particolari, un’altra grande passione di Migliore, per esempio tartan o supporti floreali, impreziosisce i pezzi e li attualizza.
Danio Migliore è nato a Marsala nel 1985, dove sta allestendo la sua Casa Museo, con dipinti, sculture e cimeli antichi. Specializzato in Arti Visive, indirizzo Pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, è artista e professore di Arte e Immagine. Ha ottenuto di recente un incarico presso l’Accademia di Brera come docente di Teoria della percezione e psicologia della forma. La sua ricerca si affianca a un percorso filosofico e spirituale. Si dedica marginalmente anche al video e alla poesia. Ha esposto in diverse mostre in Italia e all’estero.