Maurizio Buscarino – Figure nel campo dello sguardo è il titolo della mostra curata da Giovanna Calvenzi presso le Sale d’Arte ad Alessandria dal 27 febbraio all’8 giugno 2025. L’evento ripercorre la carriera di uno dei più importanti fotografi di teatro a livello internazionale attraverso la sua potente ritrattistica: oltre novanta opere realizzate a partire dal 1975 fino agli anni più recenti, selezionate e stampate dall’autore.

Buscarino, nato a Bergamo nel 1944, incontra il teatro nel 1973 fotografando lo spettacolo La casa del padre della compagnia norvegese dell’Odin Teatret, che Eugenio Barba aveva fondato a Oslo nel 1964. Un incontro fondamentale che fa partire la sua carriera cinquantennale e i suoi viaggi in Italia, in Europa e nel mondo per raccontare e testimoniare il teatro in tutte le sue forme.

Sempre interessato e sedotto dal mondo contemporaneo, uno dei suoi innumerevoli viaggi lo porta sino in Giappone dove realizza un reportage sulla figura di Jusaburo Tsujimura (1933 – 2023) esponente di spicco del Bunraku, il teatro giapponese di marionette. Così, nel corso degli anni, Buscarino ha immortalato nelle sue fotografie una parte importante della storia del teatro, scattando diverse centinaia di migliaia di fotogrammi, di cui circa 14.000 sono dedicati al teatro di Kantor, tra gli anni che vanno dal 1977 al 1990.


Fondamentali per la sua arte gli incontri con celebri attori, registi e coreografi tra i quali ricordiamo il già citato Tadeusz Kantor, Jerzy Grotowski, Eimuntas Nekrosius, Dario Fo, Vladimir Vasiliev e molti altri ma importante, anche e soprattutto, la sua vicinanza e la grande attenzione alle esperienze dei teatri della marginalità, i teatri di ricerca e di sperimentazione, come quello di Pontedera, i teatri delle carceri, come quelli di Volterra, Lodi, Milano, Foggia, Bologna e Palermo.

Con queste parole Maurizio Buscarino definisce la sua fotografia: «Nel teatro ho incontrato molte tribù, alleate o in guerra fra loro, alcune non sanno nemmeno dell’esistenza di certe altre. E poi sciamani, donne, piccoli e grandi guerrieri, pazzi, sapienti, astuti, malati, venditori di whisky, predicatori, prigionieri, solitari, morenti, esseri gentili, esseri indifesi, certi visi pallidi, anche qualche essere vile, ognuno con il proprio sguardo: diritto verso di me o abbassato o sorridente o segreto o portato altrove o assente o torvo o trasparente o folle o disperato. È questo sguardo che cerco di trattenere, per un momento, quando il vertice delle cose si chiude, per afferrare un appiglio, una certezza. Le fotografie, per me, sono la pressione dello sguardo, unica possibilità di contatto».

Le sue fotografie – sempre in un bianco e nero dettagliato e tagliente dove le luci teatrali esaltano bagliori e ombre – documentando il teatro affrontano una ricerca sull’identità e sulla figura dell’attore che dilaga nell’approfondimento sulla condizione umana, in una rappresentazione continua della sua visione del mondo.

Una sezione della mostra, con 37 opere, è dedicata al Laboratorio Lirico di Alessandria, un ambizioso progetto che dal 1980 al 1992 ha portato la performance lirica a un alto livello qualitativo, progetto che ha avuto una risonanza internazionale.

Maurizio Buscarino è stato testimone di tutte le edizioni del Laboratorio e le storiche fotografie vengono ora riproposte al pubblico. Di lui, la curatrice, Giovanna Calvenzi scrive così: «Un testimone che definire fotografo di teatro è quasi riduttivo. Tuttavia, immagine dopo immagine si ha la percezione sempre più definitiva che Buscarino non sia né testimone né interprete della messa in scena bensì uno dei protagonisti con i quali condivide lo spazio narrativo, attento a cogliere volti, sguardi, gesti dei suoi compagni di lavoro».
Ad accompagnare questa sezione il catalogo “Melodramma in Laboratorio, 1980-1992”, con testi di Franco Ferrari, Maurizio Buscarino e Giovanna Calvenzi.
Immagine in copertina: Maurizio Buscarino, Else Marie Laukvik, Milano 1975