L’idea di salvaguardia e conservazione di quella memoria storica afferente alle vicende che hanno segnato l’affascinante mondo dell’aeroplano e del volo militare nel nostro Paese nasce già agli inizi del secolo scorso. Da allora non smetterà più di pervadere quello straordinario percorso di cui si è resa protagonista la nostra Aeronautica Militare, che di quel mondo rappresenta, da sempre, l’interprete di riferimento. Un vero e proprio Museo della Forza Armata nascerà solo nel 1977, è vero, ma fin da subito si diede concretezza alla ferma convinzione di raccogliere e custodire quell’immenso patrimonio storico-aeronautico e di valori che oggi si ha il privilegio di ammirare e tramandare. Quel 24 maggio di quarantasette anni fa, quando il Museo Storico dell’Aeronautica Militare venne inaugurato sull’idroscalo di Vigna di Valle (frazione di Bracciano), rappresenta una data significativa perché dà vita a un progetto lungimirante che va oltre il semplice concetto di quella che fino a quel momento, per tante ragioni, altro non era stata che una “collezione” di velivoli e cimeli.
Una svolta culturale non da poco che, però, nonostante le diverse trasformazioni che il Museo ha subìto nel tempo, non si è mai concretizzata fino in fondo, facendo avvertire quella velata sensazione di incompiutezza che non ha mai abbandonato la struttura. In altre parole, è mancato sempre quel salto di qualità che avrebbe portato Vigna di Valle nell’olimpo dei musei aeronautici, al pari di altre realtà riconosciute e valorizzate a livello internazionale. Ebbene, oggi quell’auspicato salto di qualità sembra che finalmente sia stato compiuto con il progetto MUSAM2023, grazie al quale, al termine di un lungo periodo di profonda riqualificazione durato quasi due anni, abbiamo assistito alla “nascita” di un Museo Storico dell’Aeronautica Militare completamente rinnovato nell’esposizione e, soprattutto, nella concezione.
Il piano di trasformazione, infatti, ha portato alla costruzione di un quinto hangar a due campate, denominato Hangar 100, destinato ad ospitare gli ultimi velivoli arrivati, il Tornado IDS in livrea desertica, l’Eurofighter e un nuovo centro funzionale ipogeo all’interno del quale sono presenti un infopoint, uno shop e una piccola sala proiezioni. Con l’aggiunta anche del Padiglione PG22 – che ospita una ricca collezione di motori e un’ampia zona dedicata all’uniformologia –, lo spazio espositivo complessivo coperto è cresciuto del 30%, superando i sedicimila metri quadrati.
Uno dei settori nel quale occorreva necessariamente intervenire era quello della creazione di una specifica brand identity che rendesse inequivocabilmente riconoscibile il Museo dell’Aeronautica Militare. Così è stato approvato e depositato il nuovo logo, realizzato partendo dalla stilizzazione dell’idrovolante S.55, uno dei progetti che esalta maggiormente l’estro e l’ingegno aeronautici del nostro Paese e per sempre un simbolo del coraggio e della passione che hanno animato e animano gli aviatori italiani. Anche il percorso espositivo, che segue rigorosamente un ordine cronologico, dalle origini del volo ai velivoli di quarta generazione, è stato rivisto secondo gli standard museali moderni, per dare risalto all’intera collezione, ricca di pezzi molto pregiati, alcuni dei quali addirittura unici. È il caso del Pallone di Garnerin, il più antico cimelio aeronautico esistente al mondo che, in vista di questo cambiamento, ha subito un’accurata e paziente opera di restauro sotto la supervisione della Soprintendenza dei Beni Culturali, per essere maggiormente valorizzato nella sua nuova collocazione all’ingresso del Museo.
Cinque padiglioni in cui si snoda questo lungo e affascinante “viaggio” nella storia del volo, con la presenza di specifiche aree tematiche di approfondimento, nuovi spazi, una sala cinema e innovativi tunnel di collegamento tra le diverse “sezioni” che ricordano la carlinga di un aeroplano. Un’attenzione particolare, poi, è stata riservata ai ragazzi per coinvolgerli il più possibile nelle attività museali. Basti pensare all’area dedicata alla realtà aumentata, che consentirà grazie a visori VR (Virtual Reality) di muoversi all’interno di un ambiente immersivo, o all’App MUSAM scaricabile su smartphone per accompagnare il visitatore in una sorta di tour virtuale, fornendo dettagliate informazioni sui contenuti del ricco patrimonio storico-aeronautico che il Museo può vantare.
L’interazione, dunque, quale filo conduttore del rinnovato percorso espositivo. Un cambiamento, oltre che nella configurazione espositiva, soprattutto nell’approccio concettuale, in linea con moderni standard museali. Il principio ispiratore è sato quello del “novare servando”, ovvero del “rinnovare conservando”, custodendo gelosamente, però, quei valori e quei principi che, nel solco della tradizione, apparterranno per sempre a tutti gli uomini e a tutte le donne dell’Arma Azzurra. Del resto, un Museo non può rimanere immutato nel tempo, ma deve evolvere attraverso un continuo processo di affinamento che è parte della sua vita. È esattamente ciò che ha fatto il Museo Storico dell’Aeronautica Militare.
A cura di Roberto Besana – Testo di Serafino Durante (Tenente Colonnello, Capo Sezione Editoria di Forza Armata)
Fotografie: MUSAM Museo Storico Aeronautica Militare – Vigna di Valle
Immagine in copertina: Una panoramica dell’Hangar Troster, di produzione austriaca, ceduto all’Italia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale in conto riparazione danni. Il padiglione ospita il settore che va dai Pionieri del volo alla fine della Grande Guerra