Accanto alla monografica su Canova, il nuovo Bailo, museo di Treviso, presenta fino al 1° novembre 2022 l’Ottocento Svelato: da Appiani a Zandomeneghi, Quarena ad Hayez. E una mostra di Fabio Zonta su Canova in un ambiente immersivo firmato Pepper’s Ghost.
La grande retrospettiva su “Canova, Gloria Trevigiana” introduce alla sezione del muovo Museo Bailo tutta riservata all’Ottocento. Ed è un passaggio fisiologico quello che conduce a scoprire l’arte a Treviso e nel Veneto a partire dagli anni connotati dalla straordinaria luce dello scultore per dipanarsi lungo il secolo. Con artisti e opere notissime accanto ad altre “svelate” da questo nuovo allestimento, sino ad ora relegate nei depositi dalla ristrettezza degli spazi espostivi del “vecchio” Bailo.
Il viaggio nell’Ottocento svelato prende avvio dai sontuosi ritratti di due dei “padri fondatori” della Pinacoteca Civica: lei è Margherita Prati Grimaldi, nel luminoso dipinto di Andrea Appiani. Lui è Sante Giacomelli, nel ritratto di Natale Schiavoni. La nobildonna legò al Comune di Treviso nel 1851 un nucleo di dipinti destinati a costituire il primo nucleo della Pinacoteca civica (tra queste il Lorenzo Lotto e il Giovanni Bellini oggi al Museo Santa Caterina), mentre il secondo nel 1874 legò alla appena costituita Pinacoteca ben 54 opere prevalentemente ‘contemporanee’ all’epoca, che costituiscono il nucleo principale della Galleria dell’800.
Dalla Raccolta Giacomelli giungono, fra gli altri dipinti di Francesco Podesti (Il primo giorno del Decamerone) e Ludovico Lipparini (Lord Byron che giura sulla tomba di Marco Botzaris), di Eugenio Moretti Larese (La morte di Dante) e Odorico Politi (Elena rapita da Teseo e Piritoo, e giocata ai dadi), Michelangelo Grigoletti (Susanna e i vecchioni) o Natale Schiavoni (due episodi di ambiente orientale).
Ma vi sono anche artisti “rivoluzionari” come Ippolito Caffi (La benedizione di Pio IX dal Quirinale di notte) e Luigi Querena (Veduta di Venezia al tramonto).
In mostra anche il “Gruppo di famiglia” di Francesco Hayez, in cui il pittore si ritrae all’età di 16 anni: prima opera nota dell’artista.
Spettacolari dipinti e sculture, ma non solo. I curatori hanno infatti scelto di allargare lo sguardo anche alla ceramica, in omaggio alle grandi manifatture trevigiane di quella produzione che oggi definiremmo di design. Il tutto per offrire al visitatore uno spaccato di ciò che i Musei Civici conservano dei momenti neoclassico e romantico della nostra storia dell’arte. Ad arricchire ulteriormente la proposta della nuova Galleria Canova del Bailo, due importanti plus: innanzitutto, quasi una ‘mostra nella mostra’, una selezione di 30 straordinari scatti artistici canoviani del fotografo Fabio Zonta: 30 fotografie di grande formato, a dare corpo ad una monografica. Inedita la possibilità di confronto tra il punto di vista del Canova, visibile nelle incisioni, e quello del fotografo chiamato a confrontarsi con la grazia e l’eleganza delle sculture canoviane. La ‘lente’ interpretativa del fotografo mette in rilievo la tridimensionalità delle opere, accentuando dettagli, soggetti, espressività. Una sorpresa tutta da scoprire è l’intervento creativo di Anderson Tegon con Pepper’s Ghost: un suggestivo spettacolo video-multimediale all’interno della Galleria. Un’offerta quindi di proposte articolate, a indicare la linea che connoterà il Nuovo Bailo come luogo di contaminazione tra le arti, fedele al compito di valorizzare il patrimonio civico, ma con una forte attenzione alle nuove tendenze e al multimediale, mai rinunciando alle fondamentali basi scientifiche.