Monteoliveto Gallery presenta a Milano, nella prestigiosa Casa Museo Spazio Tadini, “Power of Peace”, la prima personale milanese dell’artista austriaca Kerstin Kager. Un titolo importante e particolarmente significativo in questo periodo in cui la pace resta un dovere da mettere in primo piano. La mostra sarà visitabile fino al 15 giugno 2022.
Racconta Chantal Angèle Lora: «L’incontro con Kerstin Kager risale al 2020, il suo approccio intensivo ai colori e la dinamica insita in tutte le sue opere hanno raccolto l’interesse forte della Galleria a rappresentarla negli eventi d’arte in programma. Purtroppo il periodo della pandemia ha consentito nel 2020 solo mostre in live che hanno riscosso comunque un grande successo, prima la mostra GOLD alla quale ha fatto seguito una presentazione dedicata e un incontro con un collezionista dell’area vesuviana che ha acquisito due sue opere; con la fine del 2021, finalmente riaperti gli eventi in presenza, abbiamo avuto il piacere di incontrare l’artista e presentare le sue opere prima a Aix en Provence al salone Smart’Aix, poi nella galleria parigina con vari eventi d’arte e una personale di rilievo “La dynamique du geste” che ha riscontrato grande interesse di pubblico e vendite. Il 2022 si è aperto con il soggiorno napoletano dell’artista che ha lavorato “sul campo” per la terza edizione 2022-2024 del progetto Mad for Naples and for Somma Vesuvianae la sua partecipazione ad alcuni eventi d’arte programmati con la Bicycle House sotto la prestigiosa Galleria Umberto. In attesa di ritrovare l’artista nei prossimi saloni internazionali di arte contemporanea, questa personale milanese coglie un momento importante e fondamentale della attività artistica di Kerstin Kager e propone insieme alle opere strettamente dedicate alla Pace, una panoramica di altre serie interessanti dedicate alla musica, e a Indigo, un colore particolare che sottolinea tanto delle origini dell’artista».
La pittura di Kerstin Kager è caratterizzata dal gesto pittorico e dallo sguardo sul paesaggio naturale, con un’attenzione verso la figura femminile e le relazioni sociali. L’artista vive e lavora in Austria e, pur rappresentando il paesaggio che più le è vicino, estende l’appartenenza dei suoi animali, delle sue donne, delle sue danze, al mondo perché, grazie all’essenzialità del suo tratto, trasforma ogni figura, in simbolo. Il mondo di Kersin Kager appare festante, intriso di colori accesi, per lo più primari, anche loro essenziali. Rappresenta spesso scene agresti, danze, animali, donne al lavoro o a passeggio, balli di coppia. Le figure emergono da pennellate a volte appena accennate, anche solo con i neri. Sembra che all’artista basti poco per raccontare ciò che forse ritiene importante ovvero preservare la stretta relazione tra l’uomo e la natura. L’essenzialità del gesto pittorico, veloce, quasi istintivo sembra opporsi alla razionalità che richiede precisione, ricerca e dettaglio. Con questa scelta dà corpo e parola al colore e al segno nella veste più semplice e primitiva visto anche l’uso prevalente dei colori primari. Ma c’è un elemento che balza all’occhio nei suoi dipinti ed è l’oro che richiama tutto il mondo sacro della pittura antica. Allora la sua pittura comincia ad allontanarsi dall’apparire gioioso della Natura per raggiungere un fine diverso e confrontarsi con il fine, con la fine, con il tempo e di questo lei ne parla rappresentando anche musicisti e danzatori. L’oro appartiene prevalentemente alla donna. Kerstin Kager le dipinge spesso con abiti essenziali, che ricordano quelli delle contadine, ma la loro semplicità è spesso impreziosita dall’oro sui capelli e sui loro oggetti a simboleggiare la loro vicinanza a una sorta di sacralità di cui portano il vessillo, ma anche il peso perché le loro sacche e borse sono anch’esse dorate. Insieme alle donne solo alcuni animali e degli strumenti musicali sembrano avere questo oro spirituale. Lo troviamo, per esempio, nella maestosità delle corna di un cervo o nel colore di un sassofono, mentre tutta la fisicità e potenza animale viene simboleggiata prevalentemente dal toro, animale spesso ricorrente.
E la figura maschile? Dov’è l’uomo in tutto questo? Nelle sue pitture, è spesso raffigurato in abito tradizionale ed è compagno di danza della donna quasi a sancire il suo legame più terreno con il mondo di cui è testimone di tradizione e storia. La pittura dell’artista trascina così lo spettatore in un mondo quasi fiabesco che non vuole togliere la drammaticità del vivere, ma ricercare, nella sua “leggerezza”, nelle sue piccole cose, come un fiore, un gallo, un violino, il modo di sopravvivere. La danza è la musica sono certamente un modo per esprimere questa dinamicità della vita relazione e di rappresentazione della dinamicità del mondo, del tempo e forse anche del destino. Da un’artista con questa sensibilità non poteva che scaturire, in questo momento storico, un ciclo di opere dedicate alla pace. In questo ciclo le donne e gli animali sono i “corpi della pace”, testimonianze orfane di guerra, dell’equilibrio perduto, del senso smarrito, del destino crudele, della speranza infranta. In questi dipinti il sacro si manifesta nella forma manifesta ovvero nel corpo e riconosciamo chiaramente la Madonna ritratta e la colomba della pace. Sono simboli appartenenti alla nostra cultura, ma dove la preghiera per la pace di Kerstin Kager passa sempre anche attraverso la Natura che viene disegnata, con dei fiori, simbolo di vita, sulla pelle delle donne, come tatuaggi, a ricordare, forse, che la guerra è solo questione di umani che perdono il senso della vita.