Il ritrovamento di resti umani in un bosco accende la scena. E propone una storia fatta di tante storie, d’uomini e luoghi; il paesaggio. Ambientato soprattutto in Lunigiana, e in specie nella parte ligure, ma con alcune puntate e spunti al Sud e in Toscana e in mille altri punti di mondo, “Io devo andare, io devo restare” è scritto con la “scusa” del romanzo in giallo per dire del narcotraffico sudamericano sul territorio ligure e toscano. Come dell’alluvione in Val di Magra e Val di Vara del 2011, della cementificazione, delle estrazioni del marmo di Carrara. Passando dal concetto di andare e restare, al quale allo stesso modo sono costretti giovani migranti e italiani. E quindi tante persone vivono all’interno di questo romanzo. Dove si prende spazio e tempo perfino un piccolo diario nero di una donna sottomessa da un marito narcisista.
Nunzio Festa