Il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi si arricchisce di una donazione: quindici acqueforti realizzate da Federica Galli (nata a Soresina, Cremona, nel 1932 e mancata a Milano nel 2009). L’artista è una maestra dell’incisione, che con una ricerca umile e tenace ha saputo conquistare una posizione di rilievo in un mondo artistico dominato dalle personalità che hanno segnato la storia dell’arte e della divulgazione culturale. Esponente della figurazione, con un’attenzione maniacale per i dettagli, ha innovato la tecnica con espedienti ed effetti personalissimi di elevato virtuosismo lirico seducendo con la sua poesia i maggiori esperti di grafica d’arte, quali i direttori dei principali Gabinetti delle Stampe dei musei del mondo, dal British Museum all’Ambrosiana e ora degli Uffizi. Per la donazione, Lorenza Salamon, presidente della Fondazione Federica Galli, e Vera Agosti, critico d’arte, hanno selezionato quindici fogli che rappresentano una sorta di ritratto della Galli, dagli anni ’70 ai ’90. Tre lavori sono dedicati alla città di Milano e alla sua voglia di crescita e di trasformazione (Nord Bovisa, Piazzale Loreto, San Siro Mundial).
Tre opere sono dedicate a Venezia (Le Cupole, Rio Ognissanti, Rio San Lorenzo), dove l’artista ha trascorso lunghi mesi solo ad allenare gli occhi e a scovare scorci inediti, capace di lavorare en plein air, attività inconsueta per chi si dedica alla tecnica incisoria.
Quattro fogli sono dedicati alla celebre serie delle Cascine (Cascina Mora, Cascina San Pietro, Cascina Belgioioso, Cascina Cortenova), in cui brilla la sua maestria nella rappresentazione dei riflessi acquatici e nell’utilizzo inusuale del foglio bianco.
Due fogli sono dedicati agli alberi monumentali (Fa ancora olive l’albero degli Etruschi, Toscana; Il canto di maggio, Toscana), da lei amati in anticipo su tanti altri.
E le altre tre opere della Collezione riguardano soggetti vari, sempre ispirati alla natura (Grande Lanca, Lanca gelata, Fiore di sambuco).
“Per la Galli questo mezzo [l’incisione], anche volendo ridurci alla concretezza estrema, è musica; linda, sottilissima, acuta, quasi d’argento; ancorché tocchi o traversi spessissimo l’oro, il buio delle notti ovvero il biancore dei ghiacci.” (Giovanni Testori, Itinerario di Federica Galli)
Immagine in copertina: Galli,Cascina Belgioioso, 1986, mm 299 x 494