“La luce in fondo al tunnel”
Quante volte stiamo pronunciando la frase “la luce in fondo al tunnel” per sforzarci di trovare “spiragli” in questo grigio momento di tempo sospeso in cui la pandemia ci ha collocati, tutti, indistintamente?
E quante volte stiamo indicando la bellezza dei progetti creativi del mondo del design italiano come possibile “cura” a questo senso di ansia e disagio contemporaneo?
Il Design della Cura
Lo ha spiegato benissimo Davide Rampello: «La ri-costruzione e la ri-nascita si concretizzeranno se le comunità di imprenditori, di progettisti, di artigiani, di commercianti, di formatori, le comunità tutte dei borghi, dei campanili d’Italia non cesseranno, nonostante tutto, di progettare il loro cammino. (…) È antica e radicata nella civiltà latina la cultura del progetto: vale a dire, il design. (…) La “patria dell’anima” che Gogol tanto amava deve, ancora una volta, rigenerare sé stessa. Il “vivere all’italiana”, modello di chi, nel mondo, vuole migliorare il proprio gusto, la propria attitudine alla vita, deve saper offrire un altro paradigma, archetipo della “Vita Nova” che il pianeta richiede: ritrovare l’Arte della Cura, creare il Design della Cura».
Halo
E la “luce in fondo al tunnel” noi l’abbiamo vista: si chiama Halo, ed è il sofisticato concept di light design del giovane studio milanese Mandalaki. Un progetto interamente Made in Italy che declina il senso dell’illuminazione con piena consapevolezza.
Dopo aver dedicato gli ultimi anni ad un’estesa ricerca sulla natura dell’illuminazione, Mandalaki ha creato una “luce” che non è solo funzionale fonte di illuminazione ma proiezione grafica precisa e definita. Un’eccellente relazione tra l’oggetto fisico e la sua rappresentazione metafisica. Il risultato è una nuova famiglia di lampade pensate per paesaggi diversi, capaci di creare mondi di sfumature in cui le persone possono immergersi.
Per esprimere al meglio la metafisica dell’oggetto Mandalaki ha messo in scena un racconto fotografico originalissimo realizzato in una cava di marmo a Carrara. Una suggestiva installazione site specific dove “luce” è stata portata in un territorio (la cava) pietrificato e senza vita. Un viaggio esperenziale forte, emozionale e meditativo.
Oltre la luce: Halo
Come nasce la magia di Halo? Da un proiettore a colori realizzato in alluminio anodizzato ricavato da una lastra solida, che integra un LED ad alta potenza e un sofisticato sistema ottico appositamente studiato per ottenere un effetto preciso: una perfetta proiezione di colori e sfumature.
La luce, essenza intangibile, è quindi il fulcro assoluto del progetto. «L’idea è quella di creare un oggetto compatto e minimale dal grande effetto installativo che possa portare nelle case nuove galassie metafisiche di colori in cui immergersi».
Pareti e soffitti possono diventare quadri immensi di luce…
Quindi … ri-uscire a riveder le stelle!
Caterina Misuraca – Fotografie: Marco Menghi