Inaugurata il 16 settembre e visitabile fino al 27 novembre 2022 al MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro, la mostra “Unseen” dell’artista Roberto Fanari propone un percorso espositivo costituito da circa 50 lavori di varie dimensioni realizzati su supporti diversi e con varie tecniche, interamente ed espressamente concepito per gli spazi del museo del capoluogo calabrese. Uno sforzo notevole che ha richiesto oltre un anno e mezzo di preparazione, iniziato con la prima visita degli spazi museali a cui sono seguiti numerosi sopralluoghi e confronti con il curatore Alessandro Romanini e con Rocco Guglielmo, direttore artistico del MARCA.
Roberto Fanari è un artista eclettico che si esprime con la pittura, il disegno, la scultura (bronzo e ceramica) e la fotografia. È reduce da un ciclo di mostre in Italia e all’estero, che lo hanno visto protagonista in spazi pubblici e privati, la Fabbrica del Vapore e il Museo Francesco Messina a Milano, la Galleria Folini Arte di Lugano, il Museo di Arte Moderna di Genova, la partecipazione all’elegante rassegna d’arte contemporanea “Realism” ad Amsterdam, Palazzo Panichi a Pietrasanta, la Galleria Deleen Art di Rotterdam e sempre nella città olandese ha allestito una grande installazione pubblica all’interno del famoso Trompenburg Tuinen & Arboretum.
Fanari ha realizzato un complesso di dipinti – alcuni di grandissime dimensioni – monocromi a tema paesaggistico, che nel loro complesso vanno a costituire un percorso ed un dispositivo dentro il quale lo spettatore è chiamato ad abbandonare la consueta visione passiva a cui è abituato dalla sfera mediatica, per effettuare un viaggio percettivo soggettivo, in cui ognuno recupera, attraverso uno sforzo, il piacere della visione conquistata e non gratuita e superficiale.
Ogni stanza è stata allestita seguendo questo principio ed è scandita anche da canoni cromatici dettati dalla selezione effettuata dall’artista con le sue opere monocromatiche, all’insegna del colore rosso, bianco e nero. Ad integrare il percorso museale e percettivo, troviamo un nucleo di opere realizzate su carta, veri e propri diorami, micro congegni percettivi, e due sculture in alluminio di grandi dimensioni, “a lettura orizzontale”, adagiate su delle basi al pavimento, anch‘esse elementi che richiedono una visione fuori dai consueti schemi visuali.
“L’opera di Fanari si caratterizza attraverso la soggettività pittorica, l’oggettività della fotografia e si connota per una temporalità che richiama l’atto performativo e il cinema” afferma il curatore Alessandro Romanini. Secondo il critico d’arte Teodolinda Coltellaro il ciclo di dipinti esposti chiedono “al fruitore un’immersione percettiva totale nell’ impasto cromatico per conquistare una visione dell’opera e del soggetto paesaggistico certamente meno scontata. Ogni opera, nell’etereo tessuto evocativo monocromatico, arricchisce di nuove declinazioni linguistiche il suo originale linguaggio espressivo, in cui la natura si dà come forma riconoscibile ma lentamente, con modulazioni compositive al limite dell’indefinizione, in grado di sollecitare non solo i fotorecettori retinici ma soprattutto l’immaginazione.”
La mostra, rientra nel progetto GLOCAL della Fondazione Rocco Guglielmo, giunto alla V edizione, e precisamente nella sezione dedicata alle GRANDI MOSTRE. È accompagnata da un compendioso catalogo, che riproduce tutte le opere esposte e i testi curatoriali.