Proclamazione all’unanimità
Vibo Valentia è stata eletta all’unanimità Capitale Italiana del Libro 2021, il 7 Maggio scorso. Tra ventitre città in gara e sei finaliste, la giuria, presieduta dal noto libraio, nonché ex direttore della Feltrinelli, Romano Montroni, ha comunicato tale scelta in diretta live al ministro della Cultura, Dario Franceschini, il quale ha dichiarato: «È la prima volta che facciamo la proclamazione della Capitale italiana del Libro, che deriva da una legge parlamentare. L’anno scorso, come prevedeva la norma, non essendoci il tempo per seguire tutta la procedura, il Consiglio dei Ministri aveva proclamato Chiari, in provincia di Brescia. È stato comunque un inizio importante». Vibo Valentia vince tra le città finaliste di Ariano Arpino, Caltanisetta, Campobasso, Cesena e Pontremoli e, riceverà perciò un contributo di 500 mila euro per la realizzazione del progetto depositato.
Pubblico e privato insieme per la cultura
Franceschini reputa questo genere di competizioni fruttuose e fertili, capaci di innescare meccanismi virtuosi di identificazione delle comunità locali. Un felice e fecondo incontro tra privato e pubblico che consegna risultati munifici e duraturi, che permangono nel tempo, che restituiscono consapevolezza, che soffondono solidarietà, che distruggono futili barriere e che creano rete, non solo tra le realtà locali ma addirittura in uno scenario a più ampio spettro.
Senza libri non c’è rinascita
L’idea è nata dai propositivi risultati ottenuti dalla nomina della “Capitale Italiana della Cultura”, a sua volta partita dalla “Capitale Europea della Cultura”. Romano Montroni, presidente della giuria composta da Valentina Alferi, Fulvia Amelia Toscano, Marcello Veneziani e Angelo Piero Cappello, ha spiegato che, attraverso la risposta al bando, si sono attivate ottime energie e sinergie e che «la Capitale del Libro serve anche a difendere lo spazio dei libri e della lettura. Senza libri e senza cultura non può esserci rinascita sociale ed economica».
Fare rete con altre città
Maria Limardo, sindaco della città calabrese vincitrice del titolo per il 2021, intende dare ulteriore valore all’evento culturale mediante un “cartello” con le altre città che sono state condotte in questa finale per fare in modo che al momento della iniziale competizione segua, adesso, quello della solidarietà e unione per il superamento di tutte le barriere. Fra l’altro Vibo Valentia è una città ricca di storia, silente custode della emozionale Laminetta Orfica dedicata a Mnemosyne, e merita l’antica ed illustre considerazione riservatale dai suoi “padri” che l’avevano voluta indipendente e nobile, che avevano cantato le gloriose gesta di Hipponion sul famoso scudo di Olimpia, che Tucidide definì polis degli “horoi” (confinanti) di Locrii Epizephyrii e di Medma (e quindi non subordinata), che l’hanno vista fedele alleata nella Lega Italiota contro Siracusa.
Un territorio carico di storia
Vibo Valentia merita il doveroso riscatto e non solo perché depositaria di una storia avvincente e memorabile che l’ha voluta protagonista delle epiche strategie greche, Brettie, Romane (che ne impressero il valore nel nuovo toponimo: Valentia, ovvero “potenza militare e forza”), Normanne, Sveve (che la ribattezzarono Monteleone forse per la bellezza e la forza della sua posizione), Angioine e Borboniche; ma proprio perché madre di gente capace e desiderosa di far conoscere quanto valore risieda e discenda dalle mura dell’imponente Castello Svevo che signoreggia tra le morbide ed addomesticate pareti della “sella di cavallo” calabrese. Importante Stazione Romana della Via Popilia e poi capitale della francese Calabria Ultra, Vibo si fregia di esser stata ospite accogliente di personaggi dalla fama e dai nomi ridondanti della storia quali Giulio Cesare, Ottaviano, Cicerone, Ruggero I di Sicilia, Federico II di Svevia, Garibaldi ma anche di personaggi dell’arte e della cultura come Giacomo Leopardi, il Gagini, Luca Giordano ed Emanuele Paparo.
testo di Angela Ippolito – fotografie di Manuel Zinnà