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Villa della Pergola di Alassio entra nella Royal Horticultural Society di re Carlo III

Nati dal sogno inglese in riviera, salvati da Antonio e Silvia Ricci, i giardini sono un unicum botanico che unisce specie esotiche e vegetazione mediterranea: tra viali ed aiuole rivivono le atmosfere della belle epoque di inizio Novecento e un patrimonio inestimabile di storia e letteratura

Con un lampo di blu e verde tra gli alberi della collina, il tetto in maiolica di Albisola fa da contraltare al mare azzurrissimo poco distante: Villa della Pergola ad Alassio, nella Liguria di ponente, è un sogno di vegetazione e atmosfere d’altri tempi entrato di recente a far parte della Royal Horticultural Society (RHS), come Partner Garden. Un club selezionatissimo che ha come patron niente meno che il sovrano inglese, quel Carlo III noto per l’interesse alle tematiche ambientali e succeduto alla Regina Elisabetta II alla guida della più celebre charity nel mondo della botanica, dell’orticoltura e della ricerca scientifica. Ne fanno parte 231 giardini di cui appena 27 fuori dai confini del Regno Unito. L’elenco comprende, tanto per fare qualche esempio, la tenuta di Sissinghurst in Inghilterra, già casa della scrittrice Vita Sackville West, o il parco di Monserrate in Portogallo con la residenza del collezionista Francis Cook. In Italia ci sono i giardini de La Mortella ad Ischia o quelli dell’Isola Bella a Stresa.

La cupola in maiolica originale risalente al 1875 di  Villa della Pergola – Fotografia di Matteo Carassale

Per la Liguria è una conferma, l’ennesima, della preferenza accordata alle sue coste dagli inglesi. Il mare, certo. Ma è il clima soprattutto ad attrarre i britannici: l’estate ventilata e la clemenza dell’inverno mediterraneo ne fanno il luogo ideale dove crescere giardini lussureggianti, tentando accostamenti esotici impensabili in patria. Nascono così realtà fuori dal tempo: le grandi case patrizie con parchi da sogno realizzate più di un secolo fa. Di alcune resta solo il ricordo. Altre sono una solida realtà come Villa della Pergola conservata grazie alla lungimiranza della famiglia di Antonio Ricci.

Itinerari e percorsi tra i fiori –  Fotografia di Matteo Carassale
Vista sul giardino – Fotograifa: Fusaro

L’ingresso nella Royal Horticultural Society arriva in tempo per festeggiare un compleanno importante: sono trascorsi diciotto anni dal folle gesto d’amore verso il territorio (come lo definisce la stessa famiglia Ricci) finalizzato a conservare un patrimonio storico, culturale e naturale inestimabile. L’autore di Striscia la Notizia, a capo di una cordata di appassionati e investitori, nel 2006 acquista edifici e parco circostante e salva la collina da una potenziale speculazione edilizia. È un investimento nella bellezza. “Abbiamo riscritto il destino di Villa della Pergola – dice la storica dell’arte Silvia Arnaud Ricci – che è diventata una storia di resistenza e resilienza, in cui il genius loci e l’amore per la propria terra hanno sconfitto il cemento e la distruzione. Come famiglia siamo contenti di averlo fatto. Abbiamo salvato un pezzo di patrimonio storico e culturale di Alassio e della Riviera Ligure rendendolo fruibile a tutti”.

Palme affacciate sul mare – Fotografia di Matteo Carassale

Con il tempo arrivano anche i riconoscimenti. Nel 2022 la nomina  a Parco più bello d’Italia. E a maggio 2024 il premio Orticola.iO Donna assegnato a Silvia Arnaud Ricci, per l’impegno a restituire tratti importanti del patrimonio paesaggistico e storico del nostro Paese. Ora l’ingresso nella Royal Horticulture Society: per Alassio è segno di quel legame mai reciso del tutto con la terra d’Albione. Ma è anche meritato riconoscimento all’eccellenza di un sogno fattosi giardino. Per farne parte bisogna possedere requisiti particolari: un patrimonio botanico di primo piano, prospettive future e poi una storia da raccontare. Quella della villa dal tetto verde-blu prospera tra ‘800 e ‘900, quando la vita è lieve nella baia del sole e la filosofia tutta italiana sembra sposarsi al meglio con lo spirito britannico. Alassio come Bath.

Villa della Pergola come era (foto storica da www.giardinidivilladellapergola.com)

La raccontano fotografie d’epoca in bianco e nero: ritraggono signore con ampi cappelli, parasole, lunghi abiti. E poi auto d’epoca, feste danzanti, tè pomeridiani, funzioni nella chiesa anglicana. Partite a tennis e bridge, gite in barca, una stazione balneare di prim’ordine, una biblioteca che contende a Firenze il primato di collezione libraria in lingua inglese più antica d’Italia. Sugli scaffali custodisce ventimila testi: quelli letti dai residenti di allora che importano qui un ingegnoso sistema di prestiti e consultazione. In giardino si prende il sole e si legge, tra un pettegolezzo e l’altro. C’è persino una pubblicazione periodica che racconta arrivi e partenze degli illustri ospiti, tanto per mantenere aggiornati i residenti sulle novità locali.

Villa della Pergola è il cuore di questa comunità internazionale e poliglotta: nell’elenco dei proprietari sfilano i più bei nomi della società britannica. Prima il Generale William Montagu McMurdo e la moglie lady Susan Napier, poi i Dalrymple (il baronetto Sir Walter Hamilton è cugino di Virginia Woolf) e infine gli Hanbury: Thomas, Daniel e famiglia già proprietari della Mortola a Ventimiglia. Un patrimonio nato con le importazioni di tè dall’oriente, che porta con sé fermento e un’ineguagliata vitalità culturale. Tutt’intorno è un vorticare di personalità e eventi. Poco lontano, nel centrale caffè Roma a inizio ‘900 è di casa Ernest Hemingway che fa tappa qui diretto in Costa Azzurra. Per le strade sfilano lo scrittore William Scott e il premio Pulitzer per la poesia Richard Howard. E poi c’è quella citazione della baia di Alassio nella favola per eccellenza che fa sognare i bambini: Il vento tra i salici di Kenneth Grahame. E più di recente Carlo Levi: l’autore di Cristo si è fermato ad Eboli trascorre le estati in riviera, dipingendo nella villa sulla collina, dove Italo Calvino passa a trovarlo per farsi ritrarre e chiacchierare di letteratura. Dei passati fasti letterari resta un premio annuale, Un autore per l’Europa, che porta in città scrittori ed editori e una biblioteca affacciata sul blu della baia. Oltre alla grande casa e alla sua tenuta sulla collina: un esempio di resilienza capace di sopravvivere ai conflitti mondiali, ai mutamenti sociali che sconvolgono il vecchio continente e al tempo dell’abbandono, fino all’arrivo dei Ricci e al disegno di una nuova stagione fatta di impegno e di paziente attesa, requisiti indispensabili per ogni buon giardiniere.

Agapanti in fiore – Fotografia di Matteo Carassale
Cascate di Glicine – Fotografia di Matteo Carassale

Bisogna aspettare fino al 2012 per la riapertura al pubblico. Nel mezzo ci sono i sei anni del recupero che vedono impegnata Silvia Arnaud Ricci e l’architetto paesaggista di fama internazionale Paolo Pejrone in un attento lavoro di ricerca e conservazione. Perché un parco è prima di tutto un essere vivente, con equilibri e convivenze tutte da rispettare. E con un’esistenza propria che muta nel tempo e con gli anni. Il risultato è da record, anche nei numeri. Basti pensare alla collezione di glicini più grande d’Italia con le cascate di fiori che ad inizio estate variano dal bianco al tradizionale lilla. Un omaggio all’ultima proprietaria, Lady Ruth Hanbury, che ogni anno organizzava leggendarie feste nel periodo della massima fioritura, perché qui passato e presente si confondono in un continuo gioco di scambi. Con la nuova gestione arriva anche la coltivazione di agapanthus più estesa d’Europa. Ma ogni stagione offre fioriture e motivi di visita. Dalle rarità come i secolari alberi di mirto provenienti da un antico convento della Sicilia, alla flora mediterranea che si mischia con sapienza a varietà esotiche: pini marittimi, mirti, carrubi, ulivi, mandorli, cipressi, cedri del Libano, lecci, jacarande, araucarie,sterlizie giganti, cactacee, palme canariensis salvate dal punteruolo rosso. E poi rose, spiree, ortensie quercifoglie, oleandri, bouganvillee, bignonie, gelsomini, fiori di loto e ninfee.

Chinotto mirtifoglia maturo – Fotografia di A. Le Mure

Gli interni ristrutturati dall’architetto Ettore Mocchetti ospitano un relais raffinato e un ristorante stellato, il Nove, affacciato sulla baia. Ma anche un museo che conserva arredi e oggetti originali. E soprattutto un’atmosfera nostalgica e ricca di fascino. La villa se ne sta appartata e dalla sua posizione un po’ sopraelevata osserva lo scandire delle stagioni e il popolo dei vacanzieri che, oggi come un tempo, rincorre l’estate. Un angolo di passato strappato alla frenesia moderna da un atto di concreta devozione alla bellezza senza tempo che richiama alla memoria la lezione antica di Cicerone: se possedete una biblioteca e un giardino avete tutto ciò che vi serve nella vita.

di Antonella  Gonella

Per informazioni sulla visite e i biglietti: www.giardinidivilladellapergola.com

Immagine in copertina: Fotografia di Matteo Carassale

Autore

  • Giornalista, laureata in Lettere classiche, sempre alla ricerca di nuovi libri e storie da raccontare. Ha collaborato con diversi giornali, una rete televisiva e svariati siti internet. Si occupa di comunicazione a livello istituzionale.

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