La cosa che rende unica al mondo Milano sono le sue dimore storiche. Sono le meravigliose scoperte che gli antri dei suoi palazzi possono riservare varcandone la soglia. E in mezzo a quella potente meraviglia che talvolta anche un anonimo palazzo può riservare, un unicum assoluto è certamente rappresentato da Villa Necchi Campiglio, situata nel centro pulsante del capoluogo lombardo, una vera oasi di bellezza, di pace e di silenzio nonostante nasca nel cuore meneghino.
Progettata nei primi anni Trenta dall’architetto Piero Portaluppi su incarico delle sorelle Nedda e Gigina Necchi e di suo marito Angelo Campiglio, esponenti di una borghesia industriale lombarda colta e al passo coi tempi, Villa Necchi Campiglio è un vero gioiello a “disposizione” di tutti. Infatti la villa, rispettando il volere delle sorelle Necchi che nel 2001 affidarono la dimora al FAI per farne un luogo da vivere e frequentare, grazie anche al fresco giardino, ai numerosi eventi in calendario e a un elegante bistrot, è fruibile al pubblico.
Oltre alla villa, il giardino ospitava la casa del custode con la portineria, la serra, il garage, il campo da tennis e la piscina (la prima di proprietà privata a Milano). Il piano rialzato fungeva da zona di rappresentanza, mentre il primo piano era riservato alle camere private della famiglia. Spazi concepiti per padroni di casa operosi, ma capaci comunque di godersi il proprio tempo libero in compagnia di ospiti e amici, ambienti dove l’innovazione si traduceva nel comfort e nell’efficienza di ascensori, montavivande, citofoni interni, porte blindate scorrevoli e caveau murati. Tutte caratteristiche che, per lusso e modernità, fecero della Villa una delle residenze simbolo dell’epoca.
di Caterina Misuraca – giornalista
Immagine in copertina: Foto arenaimmagini.it, 2014 – FAI-Fondo-Ambiente-Italiano